"Che Paese è questo bel Paese? Dove si approva una legge che permette la giustizia fai da te, che giudica un crimine la ricerca di una vita migliore, che scheda chi non ha una casa, che toglie ai bambini il diritto ad un’identità, che incita alla delazione ed al sospetto, che educa alla discriminazione e reclusione ed espulsione del diverso, di chi scappa dalla guerra, di chi fugge dalla fame , di chi rincorre isuoi sogni, del nato nel “paese” sbagliato.
Che Paese è questo Paese che non sa accogliere, che non sa dare risposte al cambiamento, che non si sa adattare all’evoluzione
dell’umanità ma si limita a reprimere, incarcerare, prevaricare, non ascoltare ma solo ordinare.
E noi cittadini di questo Bel Paese, noi che queste decisioni le abbiamo democraticamente volute o per lo meno accettate, noi che
facciamo?
E’ questo un momento crepuscolare: può sopraggiungere l’alba o arrivare la notte e forse questo non sta nelle nostre mani. Possiamo
però accendere luci e rischiarare il buio. Contribuire a creare una coscienza umana , proteggere le aspirazioni più alte e profonde che
hanno condotto l’umanità ai suoi momenti migliori, marciare verso un futuro che anche se non prevede ancora la risoluzione dei conflitti
per lo meno non li soffochi nella violenza e cerchi nuove soluzioni.
La legge approvata il 2 luglio 2009 in Senato è una legge ingiusta e violenta che non tiene conto dei diritti umani, che non si rifà al
principio di ricerca di soluzioni lungimiranti per risolvere le situazioni difficili, nelle quali, in questo momento storico, ci
stiamo trovando a vivere. Si limita a dare una risposta alle nostre paure più viscerali di perdere qualcosa (la falsa sicurezza, l’ordine
apparente, gli elettori) e ci porta a tradire la nostra cultura o quello che credevamo di essa (la solidarietà, l’ospitalità, la
fantasia nel trovare soluzioni). Ci consegna alle pagine peggiori della Storia, nelle quali non avremmo voluto essere menzionati, come
quella del 1938 e delle leggi razziali."
Centro delle Culture
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