sabato 25 ottobre 2008
Legge xenofoba Lombarda: chiusi Phone Center
PHONE CENTER: CONSULTA DICHIARA ILLEGITTIMA LEGGE XENOFOBA LOMBARDA. ORA REGIONE E COMUNI RISARCISCANO VITTIME
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 350, depositata il 24 ottobre, ha dichiarato illegittima la legge regionale n. 6/2006 sui phone center, accogliendo dunque i numerosi ricorsi del TAR della Lombardia e dando ragione a quanti, come noi, avevano sin dall’inizio denunciato la sua palese natura discriminatoria e anticostituzionale.
Quindi, da oggi in poi, quella legge non esiste più. E questa è una buona notizia, poiché riafferma la vigenza dello stato di diritto. Ma purtroppo la legge n. 6/2006 ha già prodotto numerosi e vasti danni, visto che è stata ampiamente applicata sin dal marzo del 2007 da tanti Comuni lombardi, compreso quello di Milano, provocando la massiccia chiusura di legittime attività commerciali e la rovina economica dei loro gestori.
La legge regionale n. 6 e la sua applicazione da parte di molti sindaci nulla c’entrava con la regolamentazione delle attività commerciali, ma intendeva unicamente alimentare, ancora una volta, le campagne d’odio tanto care a Lega e An. Infatti, la grande colpa dei phone center era semplicemente quella di essere gestiti e utilizzati soprattutto da cittadini immigrati. Insomma, una legge speciale, fuori dallo stato di diritto e contraria al principio di uguaglianza davanti alla legge e uno dei tanti casi, forse tra i più gravi in Lombardia, di xenofobia istituzionale.
Ma la cosa più ingiustificabile e disgustosa è che tutti gli attori istituzionali erano perfettamente consapevoli che la legge non avrebbe mai passato l’esame della Corte Costituzionale. Ciononostante, sia il centrodestra in Regione, che moltissimi Sindaci hanno premuto sull’acceleratore della sua applicazione, trattando come delinquenti e gettando sul lastrico centinaia e centinaia di persone e famiglie.
Riteniamo dunque imprescindibile non soltanto delle pubbliche scuse, ma soprattutto dei fatti concreti. In altre parole, Regione Lombardia e quei Sindaci che hanno chiuso legittime attività commerciali sulla base di norme illegittime devono ora farsi di carico di garantire alle vittime un congruo e veloce risarcimento.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.
Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....
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