Il parroco non ha usato la seconda persona plurale "voi non sapete, voi non siete pronti", ma la prima plurale, non chiamandosi fuori neppure lui. Secondo, il tema dell'accoglienza non riguarda solo lo straniero ma ogni uomo che ci passa accanto. Terzo, la provocazione è posta sotto il segno del punto interrogativo, non di quello esclamativo. Dunque nessun giudizio su nessuno, ma un invito ad interrogarsi perché fare Natale non sia una "prassi" scontata. La notizia è sbagliata perché il Bambinello in realtà c'è, sull’altare, ma il presepe è la rappresentazione di un evento, la storia di Gesù che viene sulla terra, si fa bambino per dare un messaggio ben preciso agli uomini. In questo senso il presepe è un luogo pedagogico, che dovrebbe mostrare, richiamare alla mente, far interrogare. Ecco perché in chiesa è stata messa una culla vuota. La culla nel presepe è vuota proprio per farci interrogare. Tutto qui. Ha semplicemente chiesto se siamo davvero pronti ad accogliere Gesù nello straniero, nel povero, nei diversi colori della pelle, il nero, il bianco, il giallo... Siamo tutti uomini, figli di Dio e fratelli di Gesù Cristo.
lunedì 29 dicembre 2008
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Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.
Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....
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