La frustrazione di questo momento è difficile da descrivere. Questa mattina Israele ha bombardato Gaza, 205 morti e più di 400 feriti – poliziotti donne e bambini, consegnando alla storia il giorno di conflitto più sanguinoso dal ’48 ad oggi. Triste conquista visto che sulla bocca di tutti si sente dire che “the world is changing”, ma dove? Qui è tutto immobile, ciò che cambia è il bilancio delle vittime, da una parte e dall’altra. Con il lancio di un missile Qassam i guerriglieri di Hamas hanno ucciso un israeliano e ne hanno feriti altri 4 nel Negev. Stamattina ero in riunione in ufficio coi colleghi, si discuteva su come Fatah cerchi di uscire dallo stallo politico preoccupandosi di Hamas e non dei suoi problemi interni. La corruzione impera, le persone non hanno più fiducia nell’Autorità Palestinese, i leader sono fantocci, il processo di pace è un continuo fallimento, le colonie israeliane si espandono giorno dopo giorno, l’embargo a Gaza dura da due anni e la gente è affamata, i coloni sradicano gli ulivi piantati dai volontari e uccidono gli animali dei pastori palestinesi, ai checkpoint i soldati umiliano quotidianamente chi tenta di passare da una parte all’altra per lavorare, curarsi, andare a scuola o visitare la famiglia. Non me la sento di andare avanti. La lista è talmente lunga che potrei riempire pagine su pagine.
La politica internazionale non fa che rilasciare dichiarazioni inutili di condanna alla violenza, sottraendosi poi ai propri obblighi, ovvero proteggere i civili in tempo di guerra (convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949). L’Egitto ha dato carta bianca ad Israele per colpire Hamas, Barak ha dato l’ok all’IDF ad attaccare Gaza proprio dopo Natale, con Bush impotente e Obama non ancora effettivo, ha cercato l’appoggio internazionale, le elezioni in Israele sono vicine e l’opinione pubblica è per metà in vacanza. Geniale. E la cosa più frustrante è che sui media istituzionali i fatti vengono quotidianamente e in modo puntuale stravolti e ribaltati a favore dei potenti. La tregua da poco cessata tra Hamas e il governo dello stato ebraico è stata rotta da Israele il 4 novembre, giorno in cui ha ucciso un militante di Hamas di 22 anni. Chi lo sa? Nessuno ovviamente. leggi tutto...
domenica 4 gennaio 2009
importante testimonianza volontaria in Palestina
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Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.
Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....
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