Arriva la crisi! Quella della globalizzazione, del libero mercato, della finanza che specula sulla vita della gente.
Arriva la crisi! Il governo ci protegge. Più sicurezza, ci dice. Giusto. Poi però si restringono i diritti e si criminalizzano i più deboli.
Qui non torna più niente, di sicuro se la guardi con un minimo di buon senso.
La clandestinità adesso è un reato. Una condizione quindi, e non un atto, diventa d'un tratto illegale.
Ma anche essere Rom è un reato, evidentemente, o quasi, a giudicare dalle persecuzioni in atto in questi giorni.
E’ reato anche appartenere ad un’etnia.
Il “pacchetto sicurezza”, il DDL 733 approvato al Senato un paio di settimane fa, e che non si conosce sufficientemente in tutta la sua brutalità, sancisce la fine dello Stato di Diritto. Promuove la divisione “legale” tra cittadini di serie A che affronteranno la crisi e cittadini di serie B che la subiranno. Che lavoreranno a costi sempre più bassi e con sempre meno garanzie facendo così sopravvivere (ancora per un po’) l’economia, e quindi anche i cittadini di serie A. Baderanno i nostri anziani, produrranno il made in Italy, costruiranno le nostre case.
Ma perderanno il permesso di soggiorno se non gli rinnovano un contratto, e allora diventeranno clandestini. E saranno illegali, e quindi perseguitati. Logica criminale.
Poi ci sono i media, quelli che ti spappolano il cervello anche se sei uno che “io tanto la TV non la guardo”. Da lì arriva l’ipnosi. Quello che non credevi fino a ieri, oggi lo credi. Non solo, credi anche che l’hai sempre creduto. Per esempio che chi stupra, di solito,è immigrato. E il problema non è lo stupro, è l’immigrato. Oppure che erano gli stranieri quelli che ti rubavano il lavoro e i diritti. Perché i diritti, ci hanno abituato a credere, sono pochi. E non ce n’è per tutti...
E tutto questo fino a quando non tocca a te, che forse immigrato non sei. Anzi, potendo ci avresti messo un freno, all’immigrazione. “Aiutiamoli a casa loro!”.
Ma adesso sei un po’ più povero, così che le possibilità, e anche i diritti, si rarefanno. E scopri sulla tua pelle che “il prossimo sei tu”.
Esiste un’uscita dalla logica perversa del “tutti contro tutti”. Del controllo di noi stessi sui nostri simili oppressi - esattamente come noi - da un sistema sociale il cui unico scopo è il profitto. E che si basa sulla nostra complicità alle malvagità di cui questo si macchia.
Esiste spazio per la riflessione e poi per l’azione. Un’azione decisa, non individualista,che non preveda un nemico da combattere ma molta gente da sensibilizzare e da unire. Un passo verso la riconciliazione. Verso la diversità. Verso un mondo nuovo.
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