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domenica 26 aprile 2009

25 APRILE 2009: SI CONCLUDE IL PRIMO SIMPOSIO EUROPEO SULLA NONVIOLENZA

Oltre 100 partecipanti e 12 relatori europei: conferenze, dibattiti e fondazione del Centro di studi Umanisti del Mediterraneo al Parco di Studio e Riflessione di Attigliano (TR).

Si è concluso ad Attigliano (Tr), in Umbria, il Primo Simposio Europeo sulla Nonviolenza, organizzato dai Centri Studi Umanisti di Roma, Madrid, Barcellona, Mosca, Parigi e Paese Basco. Dodici relatori provenienti da diverse città europee sono intervenuti il 24 e 25 aprile 2009 trattando il tema della nonviolenza da diversi punti di vista come unica via d'uscita alla crisi globale e alla violenza che è sempre più presente nella società di oggi.

Già all'apertura del Simposio si è sottolineato l'obiettivo dello stesso con le parole di Fulvio De Vita, vicepresidente del Centro di Studi Umanisti di Roma: quello di creare un interscambio tra accademici che si occupano di diversi temi con l'intento di superare la violenza attuale e di stimolare una sinergia di azione con "la nonviolenza come atteggiamento e metodologia di azione di fronte agli eventi, non come un rimedio provvisorio, ma come l'unica e definitiva via di uscita dalla preistoria umana".

Il Simposio si è chiuso con l'annuncio della fondazione del Centro Studi Umanisti del Mediterraneo alla presenza dei rappresentanti dei Centri Studi Umanisti di Alessandria d'Egitto, di Barcellona, di Bilbao, di Istanbul, di Gerusalemme e di Madrid che ha come obiettivo di stimolare lo scambio di contributi e di unificare i membri di diversi paesi al fine di studiare i problemi più difficili ed attuali dell'essere umano così come dell'umanesimo come corrente universale della coscienza e dell'azione sociale.

Tra i temi trattati troviamo il primo giorno una relazione sulla nonviolenza come fondamento dell'evoluzione umana della francese Claudie Baudoin; il fisico Angelo Baracca dell'Università di Firenze ha parlato delle conseguenze dell'attuale approccio utilitaristico della scienza nello studio della natura; la dott.ssa Pilar Escario di Madrid ha esposto i risultati delle proprie ricerche come membro del Consiglio dell'Istituto Internazionale di Ricerca e Formazione delle Nazioni Unite per la Promozione della Donna nell'ambito della violenza sulle donne durante i conflitti bellici. Mentre Aaron Eldeberg ha portato come esempio l'esperimento della società comunitaria nonviolenta in Israele del Kibutz.

Il secondo giorno ha visto tra gli interventi Mohsen Mouelhi, filologo e giornalista della Comunità Sufi Jerrahi-Halveti in Italia che ha affrontato l'argomento dell'integrazione e dell'intercultura, il prof. Alberto L'Abate allievo di Aldo Capitini (il "Gandhi italiano") che ha affrontato il tema di come passare da una democrazia formale e plutocratica ad una democrazia partecipativa fino ad arrivare al tema dell'istruzione come linfa democratica e all'importanza dell'istruzione universitaria con Alfredo Dib Abdul-Nour, presidente dell'Associazione "Educazione per la Nonviolenza" della Facoltà di Educazione dell'università Complutense di Madrid e con Lorenzo Porta, Presidente del Centro Documentazione sociale per la nonviolenza e i diritti umani.

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Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....