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martedì 16 giugno 2009

NOI DI RONDE NON NE VOGLIAMO NEMMENO UNA




Posizione del Centro delle Culture sulle "ronde nere"



A Milano c'è stata la presentazione ufficiale delle cosiddette "ronde nere", un gruppo che si autodefinisce "Guardia Nazionale italiana" e che vorrebbe collaborare con le forze dell'ordine in tema di sicurezza.
Non sappiamo se le istituzioni saranno in grado fermare questo delirio, ma bisogna considerare la possibilità che a breve potremmo incontrare sulla nostra strada e nei nostri quartieri gruppetti di esaltati vestiti da gerarchi nazi-fascisti, che pretendono di vegliare sulla nostra sicurezza.

Siamo sicuri che la cosa non ci riguarda?

Chi si sente protetto dal "branco" legalizzato che potrà fare e disfare quello che vuole nella notte, con o senza testimoni? Avremo paura anche di denunciare le loro malefatte...

Chi si sente davvero sicuro a camminare vicino a certi signori che obbediscono alle regole di uno stato che invece di utilizzare i soldi per una reale integrazione, vantaggiosa per tutti, li utilizza per l'incarceramento e l'espulsione, e di conseguenza per l'uccisione senza scrupoli?

Chi crede alla sicurezza portata da gente che parla di difendere il sangue italiano quando questo sangue non è mai esistito, visto che l'Italia è sempre stato un crogiolo di culture e ora più che mai la mescolanza di genti è un fenomeno inarrestabile?

Questi sono discorsi antistorici e antievolutivi!

Noi abbiamo bisogno di altro:
abbiamo bisogno di futuro
abbiamo bisogno di solidarietà
abbiamo bisogno della sicurezza che nasce dalla fiducia, che si crea stando nelle piazze, incontrandosi con le persone, andando in giro aperti verso la diversità, e della sicurezza che nasce dalla garanzia di vivere una vita degna.

La nostra risposta a questa paura è la nonviolenza attiva. La storia è fatta di una miriade di esempi nonviolenti ma il pericolo che si creda che l'uomo non è violento per natura, ma è un essere intenzionale che può scegliere la direzione da prendere è troppo grande. La creatività, la speranza, la forza delle persone che davvero desideravano un cambiamento hanno portato ad atti sorprendenti nei momenti di crisi, di buio, di totale sfiducia.

Svegliamoci da questo torpore: abbiamo bisogno di vitalità, non di eserciti né di paraeserciti, abbiamo bisogno di vita!

Invitiamo inoltre a firmare la petizione online:
http://firmiamo.it/noallaguardianazionaleitaliana

Centro delle Culture

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Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....