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venerdì 28 agosto 2009

Così sono morti gli italiani in Argentina, nell'oceano...













La storia si ripete, le vittime sono altre, i carnefici pure... ma l'ignoranza di queste ripetizioni ci fa domandare: "Ma è proprio vero che l'essere umano non possa capire, non possa superare questi errori già vissuti da altri?"

Noi del Prossimo sono io, insieme a molti altri, crediamo fermamente che anche se la globalizzazione a esportato ed importato misera in tutto il pianeta, la mondializzazione ed internet, ha fatto si che le notizie circolino in modo impossibile da controllare, e questo forse è il segreto.

Sapere quello che succede negli altri luoghi può far integrare queste esperienze. Le esperienze negative come queste ripetizioni dolorose e le azioni interessanti che l'umanità ha fatto ma che non sono circolate quanto avrebbero dovuto.

Qui troverete delle testimonianze di italiani che vivono in Argentina

Il Consiglio di Stato approva la politica delle impronte digitali ai bambini Rom e delle Stelle di Davide


del Gruppo EveryOne

Roma, 27 agosto 2009. Il Consiglio di Stato, contrapponendosi alla sentenza emessa lo scorso 1 luglio dal TAR del Lazio, ha ammesso l'identificazione dei minori - oltre che degli adulti - che vivono nei campi Rom autorizzati, anche attraverso rilievo delle impronte digitali e fotosegnalazione. Il Tribunale amministrativo del Lazio aveva parzialmente accolto (sentenza n. 06352 / 2009) il ricorso presentato dall'European Roma Rights Center contro il D.P.C.M. del 21.05.2008 e le relative ordinanze in materia di dichiarazione dello stato di emergenza riguardo agli insediamenti di comunità nomadi in diverse regioni italiane, nonché in relazione ai regolamenti adottati dai Prefetti di Roma e Milano per la gestione dei villaggi attrezzati per le comunità nomadi nella Regione Lazio e nel territorio del Comune di Milano. Il Consiglio di Stato è organo di governo, il cui presidente è nominato dal primo ministro e questa sua decisione era scontata, almeno secondo gli attivisti. Essa tuttavia servirà alle Istituzioni intolleranti per attuare l'aspetto più odioso delle già disumane politiche discriminatorie, un aspetto a lungo perseguito, nonostante la stigmatizzazione del Consiglio d'Europa, dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e di tutte le principali organizzazioni umanitarie. Ricordiamo che il 5 agosto scorso lo steso Consiglio di Stato aveva ritenuta ammissibile l'identificazione dei Rom che vivono nei campi con un "badge" specifico, equivalente alla Stella di David che connotava gli ebrei nei ghetti e nei campi di concentramento nazisti.

Contatto:
Gruppo EveryOne
info@everyonegroup.com
+39 334 8429527 :: +39 331 3585406

mercoledì 26 agosto 2009

QUARTA NOTTE BIANCA DELLA SOLIDARIETÀ CON I RIFUGIATI

<- 20 giugno giornata mondiale dei rifugiati

Solidarietà e accoglienza per profughi e rifugiati. Per le vittime che hanno perso la vita in mare

I rifugiati di Milano, provenienti dall’Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan lottano da 5 mesi, per il diritto umano all’accoglienza. Sono donne, uomini e bambini, esseri umani che fuggono dalle guerre in cerca di protezione e di un futuro migliore. Hanno dei diritti riconosciuti internazionalmente e chiedono ciò che gli spetta dal Comune di Milano, che non da alcuna risposta e li costringe a dormire per la strada. La giunta Moratti addirittura è arrivata a mandare perfino l’esercito, dichiarando piazza Oberdan “zona sensibile”. Negano i diritti riconosciuti da leggi internazionali, continuano una repressione che dura da 5 mesi con calunnie e bugie ripetute da politici di professione, da mass media e giornali.

In piazza Oberdan ci sono rifugiati eritrei come i 75 uomini e donne morti nel mare di Sicilia in questi giorni, tra i quali alcuni di loro erano stati vittime dei respingimenti in Libia dei mesi scorsi. Lasciati morire negando il soccorso, per 20 giorni hanno viaggiato e le 10 navi incontrate, non hanno risposto alla richiesta di aiuto. Le istituzioni fra cui: Libia, Malta e l’Italia in prima fila, hanno negato il soccorso a chi chiedeva aiuto. Questo governo nega, nei fatti l’accoglienza a chi fugge dalle guerre e dalle dittature, violando tutte le leggi e i diritti umani riconosciuti.

Alle ultime vittime che hanno perso la vita in mare vogliamo dedicare la:

QUARTA NOTTE BIANCA DELLA SOLIDARIETÀ CON I RIFUGIATI
GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE DALLE ORE 20.00.
IN PIAZZA OBERDAN A MILANO



Per iniziare..h.20.20 (8.20 P.M.) Cena della solidarietà
A seguire … Assemblea pubblica
per finire Lettura dal libro “la nave fantasma “ di Bebo Storti

C’è bisogno di reagire, per costruire una vera accoglienza umana, questo significa in questa città sostenere con più forza, la lotta dei rifugiati di Milano. Possiamo imparare tutti a reagire dal loro coraggio, dalla loro determinazione, solidarietà, protagonismo e umanità. Rivolgiamo un appello ai nostri fratelli e sorelle immigrati e italiani a unirsi, organizzarsi a prendere l’iniziativa con coraggio per contrastare il razzismo, la paura o la rassegnazione.

Invitandovi a partecipare alla:

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 17 OTTOBRE A ROMA

Per contatti e adesioni:

Rifugiati di Milano – 345.6125464 – rifugiati.milano@gmail.com, Associazione Antirazzista “3 febbraio” – 348.7329075 – milano.a3f@libero.it, Gruppo per la solidarietà antirazzista Vijar Kumar – 338.9184499, Comitato antirazzista Mondoinsieme – 328.1659637, comitato.mondoinsieme@gmail.com,

Centro delle culture – Movimento umanista Jorge Carazas Tel.320.0118441

EMERGENZA CARCERI Continuano le proteste.

Riprendono le proteste nelle carceri, in particolare negli istituti più grandi della Toscana, Sollicciano (Firenze) e Pisa. L'istituto fiorentino esplode: «Ci sono 955 detenuti e 7 bambini per 483 posti regolamentari», denuncia Franco Corleone, il garante dei diritti dei detenuti del comune che ieri ha nuovamente visitato la struttura. Di questi, più del 62% è straniero (583 persone).

La situazione è talmente esplosiva che lunedì un detenuto marocchino con due anni di pena residua si è cucito la bocca per protesta contro il mancato rimpatrio - che aveva chiesto e di cui aveva diritto - nel suo paese. «Questo episodio drammatico - afferma Corleone - mette in luce una questione troppo trascurata. Si parla tanto di rimpatri e poi non si fanno quelli che si dovrebbero fare. Sono molti i detenuti stranieri che potrebbero usufruire della norma di legge che prevede la possibilità del rientro volontario in patria come misura alternativa quando mancano loro da scontare due anni. È urgente un monitoraggio per capire quanti sono questi casi e applicare la legge».
A Sollicciano la protesta contro il sovraffollamento e il cibo avariato - battitura di ferri, rifiuto del cibo, incendio di suppellettili - va avanti dal 18 agosto. Oggi ci sarà un nuovo incontro tra i rappresentanti dei detenuti (una trentina), il direttore e Corleone stesso per verificare se e come la situazione può migliorare come promesso una settimana fa al capo del Dap Franco Ionta. I detenuti, in particolare, insistono nella denuncia del sovraffollamento e chiedono l'applicazione di misure alternative per i numerosi detenuti tossicodipendenti.
Rivolta notturna invece a Pisa (ben 427 detenuti per 205 posti, dati Dap all'11 agosto). Intorno alle 21 in 200, praticamente tutta la sezione giudiziaria hanno incendiato cuscini, stracci, lenzuola e indumenti personali, lanciando bottiglie, bombolette del gas e perfino escrementi nei corridoi. I pochi agenti presenti - denuncia il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria - hanno dovuto usare gli estintori per evitare intossicazioni e sono riusciti a riportare la calma solo prima di mezzanotte.
Situazione critica in Toscana ma anche in Emilia Romagna, la regione che registra il maggior tasso di sovraffollamento. Nei 13 istituti emiliani, i detenuti ormai sono il doppio dei posti regolamentari: 4.690 nei 2.308 posti previsti dalla legge. La metà, 2.428 persone, sono stranieri. Situazione oltre ogni limite, in particolare, nel carcere Dozza di Bologna: 1193 ristretti per 494 posti, il triplo del consentito. Situazioni critiche anche in Liguria, a Chiavari nemmeno la terza branda basta più e si fanno i turni per dormire per terra o nella palestra. Crescono anche i suicidi. A Sanremo nei giorni scorsi 4 detenuti hanno cercato di togliersi la vita, mentre a Frosinone un uomo di 46 anni recluso nella sezione tossicodipendenti si è suicidato.


giovedì 13 agosto 2009

Deportati da Ancona in Grecia altri 40 migranti.

Negati i loro diritti alla protezione internazionale

Ancona, 11 agosto 2009

- Trentotto migranti rifugiatisi in Italia sono stati fermati ieri dalla Guardia di Finanza di Ancona. Erano nascosti in uno spazio angusto ricavato all'interno del semirimorchio di un tir che trasportava caschi di banane. Il camion era appena sbarcato dalla motonave Superfast, proveniente dalla Grecia.

Dopo essere stati scoperti, gli stranieri sono stati identificati e respinti immediatamente, affidati al comandante della Superfast. Dalla Grecia, saranno deportati in Turchia e quindi nei loro Paesi di origine, dove sono in corso tragedie umanitarie.

Il gruppo di profughi respinto era composto da 20 iracheni, 14 afghani, due palestinesi, un iraniano e un pakistano. Le autorità hanno effettuato il respingimento senza aver dato ai profughi alcuna possibilità di chiedere asilo politico.

Si ricorda che respingimento di rifugiati o richiedenti asilo è tassativamente vietato dagli obblighi internazionali previsti
dalla Convenzione sui Rifugiati del 1951 e
dal protocollo del 1967,
dalla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici,
dalla Convenzione Onu contro la Tortura e
dalla Convenzione Europea sulla Protezione dei Diritti Umani.

Si ricorda inoltre che la Grecia non rispetta tali Convenzioni, nonostante le abbia sottoscritte e, come giustamente asserisce l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, "arresta e deporta i migranti, molti dei quali minori, ai quali viene negato qualsiasi accesso alla procedura di asilo, sottoponendoli invece ad internamento ed espulsione in Turchia e quindi nei Paesi di provenienza, dove sono in corso gravi crisi umanitarie".

mercoledì 12 agosto 2009

lunedì 10 agosto 2009

La vera storia dei pirati somali....

Chi poteva immaginare che nel 2009 i governi del mondo avrebbero dichiarato una nuova guerra ai Pirati? Mentre state leggendo questo articolo, la Marina britannica -appoggiata dalle navi di più di due dozzine di nazioni, dagli Stati Uniti alla Cina- sta entrando nelle acque della Somalia per perseguire uomini che vediamo ancora come furfanti da circo con il pappagallo sulla spalla. Presto daranno battaglia a navi somale e daranno la caccia ai pirati anche sul territorio della Somalia, uno dei Paesi più malmessi della Terra. Ma a parte la stravaganza di questo racconto, c'è uno scandalo su cui si tace. La gente che i nostri governi etichettano come "una delle grandi minacce dei nostri tempi" ha una storia straordinaria da raccontare -e un po' di ragione dalla sua parte.
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Gradisca in lotta

Diario

Si allarga la protesta nei Cie contro l’entrata in vigore delle norme del pacchetto sicurezza. Ed è la volta di Gradisca d’Isonzo, e questa volta è una sommossa: tutti sul tetto. Intanto, a Milano e a Roma prosegue la mobilitazione. Da Roma arriva un altro particolare, inquietante. Lunedì sera, gli algerini arrivati nel Centro da Bari Palese erano in quindici. Quelli rimpatriati l’altro giorno, dopo essere stati tutta la settimana in isolamento, quattordici. Ne manca uno: un elemento in più che conferma la convinzione dei reclusi che il malato di cuore scomparso in realtà sia morto. Leggi tutto

Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....