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lunedì 29 giugno 2009

Invito progetto Integrazione perché



nell'approssimarsi dalla data del G8 inviamo questo contributo sulle spese militari
Il Comitato Fiorentino Fermiamo la guerra


Il più grande affare del mondo: le spese militari

Per contrastare questo modello liberista e cambiarlo radicalmente, vanno drasticamente ridotte


le spese militari e trasferite risorse a grandi e diffusi interventi contro le povertà, per il sostegno allo sviluppo autocentrato delle economie locali, per la difesa ambientale, per il superamento di situazioni estreme di squilibrio nella destinazione di risorse, e soprattutto promuovere ovunque una cultura di pace e per il disarmo, prevenire e bloccare ogni pretesto per la guerra.

La spesa per le armi, per le basi militari e per le guerre di aggressione ha portato ad oltre un miliardo le persone, in gran parte bambine/i, prive di un sostentamento alimentare e di cure sanitarie che consentano la loro esistenza.

Vi sono sempre più numerosi insediamenti umani in Africa, Asia, in altre parti del mondo, dove la durata della vita si va accorciando, per mancanza di accesso ai cibi essenziali e ai farmaci, il cui costo per l'estrema povertà, è insostenibile.


Alcune cifre del massacro sociale, economico:

Nel 2008 nel mondo si sono spesi circa 1500 miliardi di dollari (quasi il 2,5 % del PIL Mondiale)per le armi.

Dal 1999 al 2008 (in questi dieci anni) la spesa globale per armamenti è aumentata del 45%, allora si attestava sotto i 1000 miliardi di $.

Le aziende con maggiore produzione sono
Boeing (30 mdi $), Bae Sistems (30mdi4), Lockheed Martin (30mdi$); l'italiana Finmeccanica al decimo posto, le prime venti aziende sono Statunitensi ed Europee.

1°posto:Gli Usa coprono il 42% della spesa militare, con 607 miliardi di $.
2°posto:A grande distanza seguono Cina (per la prima volta al secondo posto) con 85 mdi di $,
3°posto:poi Francia con 66,
4°posto:Gran Bretagna con 65,5,
5°posto:Russia 58,5,
6°posto:Germania 47,
7°posto:Giappone 46,
8°posto:Italia 41.


Può darsi che la “crisi finanziaria” ed il crollo delle grandi banche e di grandi aziende (settore automobilistico), sposti la destinazione delle risorse ad altre urgenze rispetto alle spese militari, ma al momento non se ne avvertono segnali rassicuranti.

Anzi il controverso scudo spaziale, l'enorme spesa per il mantenimento di eserciti d'occupazione, in Afghanistan - le guerre in Iraq e in Afghanistan sono costate solo agli Usa 903 mdi $ -, investimenti di consistenti risorse anche in Italia, come per i 131cacciabombardieri F35 con una folle spesa di 15 miliardi di E (spesa condivisa bipartisan), dopo gli 8 m.di per gli Eurofighter, non danno certo segnali tangibili di controtendenza.

Sempre in Italia l'export di armi nel 2008, per oltre 3mdi di E., è aumentato del 14% rispetto al 2007 (per l'export il Lazio al 39%, la Lombardia al 24%, Liguria al 20%, la Toscana all'8).

Ma che dire sulle armi di distruzione di massa e nucleari:

Gli USA dispongono di 534 missili balistici intercontinentali, 432 missili balistici sottomarini.
200 bombardieri nucleari, per un totale di 5000 testate nucleari.

Altri paesi che fanno parte del “Consiglio di Sicurezza” delle N.u., e che hanno condannato Corea del Nord e Iran, possiedono armi nucleari, tra cui Israele.

In compenso, i fondi per la cooperazione allo sviluppo si vanno riducendo.

Gli stessi Usa per il 2010, per il piano di spesa per la salute globale, presentato dal Presidente Obama, prevedono un taglio di circa 7 mdi di $.

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Il Comitato Fiorentino Fermiamo la guerra

Testimonianze dall'Honduras

Ciao,

giro qualche mail veloce di seguito a questa per informare dei gravi fatti che stanno avvenendo in
Honduras dove i militari hanno fatto un colpo di stato contro il governo democratico di Manuel
Zelaya, presidnete che si sta allineando con gli altri presidenti "progressisti" (?) del latino
america infastidendo gli interessi capitalistici dei grandi interessi.

Comunicato stampa

Il golpe di Stato in Honduras, con l'intento di sconfiggere il Presidente costituzionale, Manuel
Zelaya, è l'inizio di una strategia attuata dalle forze più conservatrici e golpiste che
sperano di ritornare al potere in gran parte dell'America Latina.
Dobbiamo denunciare in tutto il mondo la gravità di questa situazione che fa retrocedere il
processo di liberazione dei popoli e cerca di fermare l'incontenibile urgenza e necessità di
costruire la Nazione Umana Universale.

Desideriamo far arrivare dai popoli d'Europa, dai Marciatori per la Pace e la Non Violenza, un
forte abbraccio di solidarietà a tutti gli umanisti dell'Honduras e dell'America Latina.

Desideriamo rinnovare la speranza che si possano difendere i diritti e la libertà dei popoli
attraverso la ferma determinazione della non violenza attiva.

A livello internazionale i Portavoce del Nuovo Umanesimo si mobilizzeranno per sostenere con
tutte le proprie forze la luce dei nuovi tempi che, alla fine dell'oscurità di questa lunga
preistoria, finalmente trionferanno.

Giorgio Schultze
Portavoce del Nuovo Umanesimo in Europa

In considerazione del livello di disinformazione e su precisa richiesta dall’Honduras di chi resiste al golpe di far sentire la loro voce e non lasciarli soli si prega di far circolare il più possibile questa informazione, forse la prima testimonianza in italiano dal paese centroamericano. A questo link invece si trovano gli articoli via via pubblicati.

Testimonianza dall’Honduras: non credete ai media ufficiali, la gente vota e resiste!

Dopo ore di tentativi finalmente Giornalismo partecipativo riesce a comunicare con P. T. cooperante di un paese europeo residente da anni in Honduras. “E’ che il primo segnale che stava succedendo qualcosa è che i militari hanno staccato la luce in tutta la città. Solo da poco ci siamo procurati un generatore, ma abbiamo pochissima benzina perché è razionata, non si vende, e quindi posso restare collegata pochissimo tempo”.

di Gennaro Carotenuto

Quando avete saputo del golpe? “in mattinata prestissimo si è saputa la notizia che hanno preso il presidente con la forza. La capitale ha iniziato a reagire, mentre dalle altri parti del paese si è animata la gente a continuare a votare per il referendum. Anzi le ultime notizie sono che anche nella capitale dove può sta votando in massa”.

Si sta votando che tu sappia? “Qui dove mi trovo sono arrivati i militari e hanno sequestrato le urne per impedire il voto. Nella capitale è successo in molti posti ma ho molte testimonianze che in tutto il resto del paese e anche in alcune zone della capitale la gente sta correndo a votare come forma di dire NO al golpe”.

I media funzionano? “Hanno spento tutto. Appena hanno sequestrato il presidente Zelaya hanno chiuso il Canal 8, l’unico favorevole al governo e poi anche tutti gli altri. Adesso credo funzioni solo una radio della destra golpista HRN”.

Che tipo di reazione c’è da parte dei movimenti? “ti dico solo che i popoli indigeni hanno iniziato una marcia a piedi verso la capitale. Inoltre molte persone sono andate al palazzo presidenziale. Ma non ho informazioni verificate”. Riuscite a comunicare? “la mancanza di corrente fa che i cellulari sono quasi tutti scarichi. Qui dove sono li possiamo ricaricare ma le centinaia di persone nascoste non hanno maniera di farlo”.

Ci sono le notizie di violenza? “Gira voce di almeno un morto, ma non posso confermartela. Le uniche violenze sicure che ho io sono quelle contro i medici cubani. Alcuni sono stati aggrediti, gli altri li stiamo nascondendo. Inoltre qui da noi quando hanno sequestrato le urne del referendum hanno detenuto tre persone ma sono stati costretti a rilasciarli quasi subito. Inoltre ho notizie di liste nere di dirigenti popolari che vengono ricercati, soprattutto quelli che hanno lavorato al referendum. Non ho notizie di persone precise arrestate. Ma centinaia se non migliaia di persone si sono dovute nascondere”.

Sei uscita? Com’è la città? Che idea ti sei fatta sui rapporti di forza? “Ho girato per il quartiere ma come straniera non mi sono avvicinata al punto dove si votava. I militari sono estremamente aggressivi, puntano le armi in faccia alla gente. La gente sta chiamando alla calma e cerca di parlare loro e si stanno facendo azioni pacifiche in tutto il paese. Il messaggio è calma, pace e non opporre altre forme di resistenza”.

Che messaggio puoi lasciarmi in conclusione? “Faccio un appello internazionale a non lasciare solo l’Honduras e a fare informazione su quello che sta succedendo in Honduras. Non credete ai media ufficiali”.

Altro dall’Honduras: Honduras resiste al golpe

Sequestrati gli ambasciatori di Nicaragua, Cuba, Venezuela e il Ministro Patricia Rodas

Manuel Zelaya in diretta dal Costarica, ecco cosa dice

Honduras: avrebbe giurato come presidente il dittatore Roberto Micheletti

L’Unione Europea condanna il golpe e chiede l’immediata liberazione di Manuela Zelaya

Honduras, Uruguay, Argentina, domenica di democrazia in America latina

Honduras: il pericolo del golpe sta scemando, il referendum si farà

“El País”: come ti nascondo il golpe in Honduras

Colpo di Stato in Honduras: il Presidente Manuel Zelaya, con al fianco i movimenti sociali, resiste


Giornalismo partecipativo

martedì 16 giugno 2009

NOI DI RONDE NON NE VOGLIAMO NEMMENO UNA




Posizione del Centro delle Culture sulle "ronde nere"



A Milano c'è stata la presentazione ufficiale delle cosiddette "ronde nere", un gruppo che si autodefinisce "Guardia Nazionale italiana" e che vorrebbe collaborare con le forze dell'ordine in tema di sicurezza.
Non sappiamo se le istituzioni saranno in grado fermare questo delirio, ma bisogna considerare la possibilità che a breve potremmo incontrare sulla nostra strada e nei nostri quartieri gruppetti di esaltati vestiti da gerarchi nazi-fascisti, che pretendono di vegliare sulla nostra sicurezza.

Siamo sicuri che la cosa non ci riguarda?

Chi si sente protetto dal "branco" legalizzato che potrà fare e disfare quello che vuole nella notte, con o senza testimoni? Avremo paura anche di denunciare le loro malefatte...

Chi si sente davvero sicuro a camminare vicino a certi signori che obbediscono alle regole di uno stato che invece di utilizzare i soldi per una reale integrazione, vantaggiosa per tutti, li utilizza per l'incarceramento e l'espulsione, e di conseguenza per l'uccisione senza scrupoli?

Chi crede alla sicurezza portata da gente che parla di difendere il sangue italiano quando questo sangue non è mai esistito, visto che l'Italia è sempre stato un crogiolo di culture e ora più che mai la mescolanza di genti è un fenomeno inarrestabile?

Questi sono discorsi antistorici e antievolutivi!

Noi abbiamo bisogno di altro:
abbiamo bisogno di futuro
abbiamo bisogno di solidarietà
abbiamo bisogno della sicurezza che nasce dalla fiducia, che si crea stando nelle piazze, incontrandosi con le persone, andando in giro aperti verso la diversità, e della sicurezza che nasce dalla garanzia di vivere una vita degna.

La nostra risposta a questa paura è la nonviolenza attiva. La storia è fatta di una miriade di esempi nonviolenti ma il pericolo che si creda che l'uomo non è violento per natura, ma è un essere intenzionale che può scegliere la direzione da prendere è troppo grande. La creatività, la speranza, la forza delle persone che davvero desideravano un cambiamento hanno portato ad atti sorprendenti nei momenti di crisi, di buio, di totale sfiducia.

Svegliamoci da questo torpore: abbiamo bisogno di vitalità, non di eserciti né di paraeserciti, abbiamo bisogno di vita!

Invitiamo inoltre a firmare la petizione online:
http://firmiamo.it/noallaguardianazionaleitaliana

Centro delle Culture

giovedì 11 giugno 2009

Giovedì 11 giugno

alle ore 21,30
il Centro Documentazione Carlo Giuliani
c/o Casa del popolo di Settignano
Via San Romano, 1
invita a un incontro con
Christian De Vito
per parlare insieme del suo libro
"Camosci e girachiavi. Storia del carcere in Italia 1943-2007"


Vorremmo discutere della "questione carcere" vista come parte della "questione sociale".
Pensiamo che sia importante farlo, specialmente in un momento come questo, particolarmente dominato dalla retorica e dalla prassi securitaria.
Pensiamo che non si debba restare indifferenti di fronte all'approvazione del reazionario "pacchetto sicurezza" che prevede gravi provvedimenti tra i quali il prolungamento della durata massima dell'internamento nei Cie fino a sei mesi, la legalizzazione delle ronde, l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, ecc., e che intensifica la reazione, aumenta l'emarginazione e alimenta il razzismo.
Parlare del libro scritto da Christian potrebbe anche essere un'occasione per cercare un modo di reagire insieme.

Vi aspettiamo.

Sosteniamo la giornalista di Report

Milena Gabanelli famosa giornalista di inchiesta e conduttrice da diversi anni del programma Report in onda su Rai Tre, da alcuni mesi e' oggetto di accertamenti disciplinari da parte del comitato etico della Rai, sollecitato probabilmente da personaggi che non gradiscono l'attività informativa portata avanti da lei insieme a tutto lo staff di Report.

Qui sotto si può inviare una mail allo staff di report:
http://www.informarmy.com/2009/05/difendiamo-milena-gabanelli.html

e qui sostenere su facebook
http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=86098514241&ref=nf

articoli sul tema
http://www.giornalismoblog.it/blog/2009/06/08/report-tremonti-contro-la-gabanelli-doppio-esposto-a-agcom-e-commissione-di-vigilanza/



mercoledì 10 giugno 2009

Presidio a Milano : IO NON RESPINGO!

ciao oggi mercoledì 10/06 alle 18.00 sotto la sede del consolato libico in piazza Diaz angolo via Baracchini, a Milano si terrà il presidio "Io non respingo" di seguito il testo del volantino con i firmatari.
Partecipiamo numerosi!!!
ciao Lilli

Dal 10 al 12 giugno prossimi sarà in visita ufficiale in Italia il presidente libico Muhamad Gheddafi. La visita giunge a coronamento di un periodo segnato da un ricorso sistematico da parte del governo italiano alla cosiddetta politica dei respingimenti ovvero al dirottamento verso le coste della Libia delle navi che trasportano migranti e richiedenti asilo. Questa politica è legata agli accordi in materia di immigrazione siglati dal nostro paese con il governo di Tripoli che – dietro adeguate contropartite economiche - prevedono la cooperazione tra i due paesi nel contrasto al fenomeno migratorio. Accordi siglati nonostante sulla Libia pesino come macigni denunce di violazione sistematica dei diritti umani da parte dell’ONU e di riconosciuti organismi non governativi internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch. .Secondo l’osservatorio indipendente Fortress Europe attualmente esistono in Libia ben 21 centri di detenzione per migranti e richiedenti asilo in cui si fa ricorso costante a trattamenti disumani e tortura. Con la politica dei respingimenti l’Italia ha scelto deliberatamente di inviare decine di migliaia di persone verso la Libia dove- grazie alle clausole dell’accordo che prevedono la non ingerenza reciproca negli affari interni- potranno essere incarcerati e sottoposti ad ogni forma di trattamento degradante e disumano.
Di fronte a tutto questo denunciamo con forza la complicità e le responsabilità del governo italiano nelle stesse violazioni dei diritti umani che avvengono sul territorio libico e chiediamo di porre immediatamente fine alla politica dei respingimenti e di rivedere gli accordi di cooperazione con la Libia, mettendo come precondizione imprescindibile per ogni trattato bilaterale il rispetto completo dei diritti umani.
Per queste ragioni aderiamo alla grande campagna nazionale “Io non respingo” lanciata dall’osservatorio Fortress Europe e invitiamo tutti i cittadini a partecipare ad un

PRESIDIO

sotto la sede del Consolato libico in piazza Diaz angolo via Baracchini a Milano

Mercoledì 10 giugno 2009 ore 18

NOI NON RESPINGIAMO!

per adesioni: io.non.respingo@gmail.com

prime adesioni:

Milano Città Aperta, Centro delle Culture Milano, Associazione Ci Siamo Anche Noi (Pavia), Dimensioni Diverse, Centro Culturale Multietnico La Tenda, Le radici e le ali ONLUS, Partito Umanista - Milano, Coordinamento nord sud del mondo - Milano, Rifondazione Comunista - Federazione di Milano, Aria Civile - Milano, Todo Cambia, Psicologi per i Popoli nel Mondo,
Servizio civile internazionale - Gruppo Lombardia, Sinistra Critica – Milano, Collettivo Vagabondi di Pace, Arci Milano.

adesioni individuali:
Giorgia Morera, Alessandro Rizzo, Rino Sanna.

martedì 9 giugno 2009

Firma la Petizione per Alberto Marani - Il buon insegnamento dà e non toglie libertà allo studente

Per la Scuola della Repubblica”

Tel. 06 3337437 –– telefax 06 3723742

e-mail scuolarep@tin.it

sito www.scuolaecostituzione.it

L’Associazione nazionale “Per la scuola della Repubblica”, il Comitato nazionale Scuola e Costituzione e il Comitato bolognese Scuola e Costituzione esprimono la propria solidarietà ad Alberto Marani, docente del Liceo Righi di Cesena, sospeso dall’insegnamento per due mesi per aver osato scoperchiare il velo di ipocrisia dietro il quale si nasconde l’amministrazione scolastica verso l’insegnamento della religione cattolica.

Per ben tre volte la Corte Costituzionale ha chiarito con le sue sentenze n. 203/89, 13/91, 290/92 che il principio di laicità dello Stato e la libertà di religione e dalla religione impongono alla scuola di Stato di garantire agli studenti il diritto di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica e di richiedere o lo svolgimento di attività didattiche formative o l’uscita dalla scuola.

Da allora nulla è stato fatto per garantire tale diritto a chi non sceglie l’IRC.

Nella maggioranza delle scuole superiori non viene prevista alcuna attività per chi non si avvale, nelle scuole medie ed elementari in molti casi i bambini non avvalentisi vengono smistati in altre classi in concomitanza con l’ora di religione cattolica.

L’Ufficio scolastico provinciale di Cesena con la copertura dell’Ufficio regionale ha proposto la sospensione per 6 mesi al docente che ha “osato” proporre un questionario sul tema, dal quale si deduceva la richiesta della grande maggioranza degli studenti per attività inerenti i “diritti umani” o la “storia delle religioni”.

Invece di sottoporre ad ispezione il Dirigente del Liceo che non adempie ai propri doveri, previsti ogni anno dalla circolare sulle iscrizioni, di organizzare attività per chi non si avvale, l’U.S.R. E.R. sospende per due mesi dallo stipendio un docente perché “E’ illegittimo che un docente proponga ai propri studenti ‘questionari’ relativi a materie diverse dalla propria (quali che esse siano) e senza preventiva autorizzazione degli Organi competenti’’.

Invitiamo gli studenti e i genitori non avvalentisi del liceo Righi di Cesena ad investire della difesa dei loro diritti la magistratura.

Le nostre associazioni, che hanno nel loro Statuto la tutela di chi non si avvale dell’IRC, dichiarano il loro impegno a tutelare i loro diritti calpestati da chi confonde l’esercizio della propria responsabilità con l’arbitrio di parte.

Invitiamo chi ha a cuore la laicità della nostra scuola a firmare l’appello per Alberto Marani che si trova in prima pagina del nostro sito Petizione per Alberto Marani




mercoledì 3 giugno 2009

Legge Regionale sull'immigrazione

Il Centro delle Culture di Firenze: «Soddisfatti per l'approvazione della Legge Regionale sull'immigrazione, ma servono altri strumenti che includano i migranti come partecipanti attivi alla vita politica della Città e della Regione».

Esprimiamo soddisfazione per l'approvazione avvenuta oggi della legge regionale toscana sull'immigrazione, legge in forte discontinuità con il pacchetto sicurezza appena varato. Ma dovrà trattarsi del primo passo verso il tentativo di invertire una deriva culturale che sta portando il nostro paese nel vortice della soppressione dei diritti per fasce sempre più ampie di popolazione in nome di un distorto concetto di 'sicurezza'”.

Lo dicono Saverio Ragonesi e Gabriele Palloni, candidati al Quartiere 1 con la lista “Ornella De Zordo Per un'altra città” alle prossime elezioni amministrative.

Il concetto di “sicurezza” è fortemente legato all'assicurare uguali diritti ed identiche opportunità per tutti”, sottolineano. E aggiungono: “Affermare l'importanza della “legalità” ignorando la garanzia del contenuto antidiscriminatorio delle leggi serve solo a rafforzare un autoritarismo che crea strumenti di controllo sociale, che sono l'ultima cosa di cui una società ha bisogno”.

Bisognerà invece dare impulso, nella Firenze di oggi che guarda al domani, ad un tavolo permanente sull'immigrazione, attorno al quale siedano rappresentanti delle comunità di migranti presenti sul territorio, – tutte, e non solo quella rappresentate dall'attuale Consiglio degli Stranieri – le realtà dell'associazionismo che quotidianamente lavorano nel campo del dialogo interculturale, dell'accoglienza e nella tutela dei Diritti, – tutte, e non solo quelle che partecipano al cosiddetto “Terzo settore” - e le istituzioni. E si dovrà far sì che questo tavolo abbia potere vincolante nelle decisioni della pubblica amministrazione in materia di immigrazione, e che assolva la duplice funzione di favorire l'inserimento dei nuovi cittadini nella vita politica attiva della città e la creazione di ponti di relazione tra le diverse comunità, inclusa quella italiana.

Sarà necessario inoltre, da parte del Comune, l'investimento di fondi in campagne di promozione di una cultura antirazzista, per quantomeno bilanciare la spesso criminale informazione mediatica che alimenta l'equazione “immigrato clandestino uguale criminale”, e che descrive il complesso mondo di una popolazione, quella di origine straniera, che già vive in una condizione di diritti limitati, come usurpatrice dei diritti degli italiani, cosa questa oggettivamente falsa”.

IL PACCHETTO SICUREZZA E' DISUMANO



POSIZIONE DEL CENTRO DELLE CULTURE

SUL PACCHETTO SICUREZZA



In queste righe il Centro delle Culture, organismo Umanista, vuole esprimere alcune considerazioni su questa "legge sciabola": un testo che trasmette ai nostri figli che la diversità è da combattere, che per vivere devi essere nato dalla parte giusta, che per stare bene bisogna schiacciare gli altri, che ciò che non conosci va allontanato, che il dialogo non è possibile. Insomma, una legge che contribuisce e insegnare con l'esempio la violenza e l'intolleranza alle future generazioni.

Il governo vorrebbe "combattere" l'immigrazione clandestina con il nuovo pacchetto sicurezza, a noi sembra invece che il risultato sia la distruzione della vita di migliaia di immigrati che da anni lavorano, studiano, formano una famiglia in Italia.

Questa legge mette a rischio molte persone, fino a portare alcuni a compiere atti disperati, come Nabruka Mimuni, con famiglia, che dopo trent'anni di lavoro regolare in una cooperativa, non le hanno rinnovato il contratto di lavoro: questo è bastato per rinchiuderla in un CIE e decretarne l'espulsione...la conseguenza è stata che la donna si è impiccata nel CIE di Ponte a Galeria!

E' quasi impossibile il ricongiungimento familiare, date le condizioni molto difficili per la richiesta di visto e di alloggio.
Quelle famiglie che sono già riunite in Italia con l'aumento delle tasse per richiedere e rinnovare il permesso di soggiorno (80-200€) sono messe a dura prova: quale stipendio, anche di molti genitori italiani, permetterebbe di pagare una volta l'anno il loro permesso e quello per i propri figli che studiano solamente?

Inoltre le condizioni igienico-sanitarie dell'abitazione necessarie per un immigrato non vengono verificate anche nelle case italiane... come invece dovrebbe essere se l'interesse fosse riferito davvero alla dignità della persona, ma è chiaro che gli interessi sono solo quello di rendere più complicato l'accesso al permesso di soggiorno e quello di dare un'immagine dello straniero come selvaggio, diverso, lontano da noi al punto tale da non sapere quante persone possono dormire in una stanza...

Non sarà possibile più neanche riconoscere i propri figli, né mandare soldi a casa, senza mostrare il permesso di soggiorno.

Tutti gli stranieri dovranno passare un test di lingua italiana per richiedere la carta di soggiorno per lungo periodo.
Ma chiediamoci se fosse accaduto a molti degli italiani analfabeti immigrati in America, che hanno contribuito a far vivere degnamente molte famiglie italiane e che oggi i governanti vanno a ripescare per le elezioni, sarebbero riusciti a passare questi test?

Non si evita neppure di ledere i diritti del fanciullo chiedendo al personale scolastico di denunciare i bambini stranieri irregolari nelle loro scuole, così come si viola la deontologia dei medici che possono denunciare malati bisognosi di cure urgenti, senza il permesso di soggiorno.

Arriviamo al centro del problema: "Clandestino" = persona che entra in modo irregolare in Italia... e molto probabilmente delinquente”
Ma tutti quei profughi che riescono ad arrivare a Lampedusa, per la legge italiana non sono irregolari, in quanto rifugiati li dovremmo accogliere, invece vengono rispediti nell'inferno libico, finanziato anche dall'Italia con l'assenso ed accordo dell'Europa, per bloccare in posti di torture l'arrivo dei numerosi profughi. Di disumanità in disumanità!

Con l'ipocrisia del decreto flussi, che farebbe entrare solo chi viene chiamato dal datore di lavoro, entrare in modo regolare in italia è diventato quasi impossibile.

Ogni italiano deve sapere che se non farà niente perché questo scempio si arresti, la sua complicità a questi massacri macchierà il futuro dei propri figli che saranno costretti a vivere in un mondo che non ha più dignità e che non gli darà più nessun futuro.
Ciò che danneggia gli altri prima o poi danneggia anche noi. Denunciamo quindi il governo italiano della complicità a questi crimini, e ribadiamo che la sicurezza può essere data solamente dal fatto che ogni essere umano possa vivere in pace, con una casa, cibo a sufficienza, educazione e sanità garantiti, in un mondo dove ogni diversità è una ricchezza e la felicità di ognuno l'aspirazione massima.

Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....