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giovedì 12 novembre 2009

Informazioni sul Vaccino H1N1


Compagnia Teatrale Saverio Tommasi: 11 video incheste su tematiche sociali

Carissime/i,

non mi fermo. Credo che grazie all’impegno di tante/i le cose possano davvero cambiare e non voglio, e non posso, fermarmi. Anche se in questi mesi sto dando fondo al barile dell’energia credo che la strada sia giusta, fuori da compromessi e paure.

In queste settimane riceverete alcuni aggiornamenti e qualche invito. Fatene buon uso e se credete diffondete, commentate, suggerite. Fate che questi spunti possano diventare argomento di dibattito e strumento del cambiamento.

Con lo sportello EcoEquo di Firenze stiamo realizzando 11 brevissimi video sociali su altrettante tematiche, utilizzando il metodo dell’intervista doppia stile Iene. Video ironici, divertenti e per un certo tipo di pubblico sicuramente utili. Questi sono i primi lavori, buona visione!

Mobilità Sostenibile (tra un guidatore di Suv ed una guidatrice di Bicicletta)


Finanzia Etica


Commercio Equo e Solidale


Un abbraccio di pace,

Saverio Tommasi
http://www.saveriotommasi.it

giovedì 8 ottobre 2009

SIMBOLICAMENTE "OCCUPATO" L'ASSESSORATO ALLA CASA

a tutti gli organi di informazione Firenze 8-10-2009
Questa mattina, un centinaio di donne e uomini del Movimento di Lotta per la Casa hanno "SIMBOLICAMENTE OCCUPATO" gli uffici dell'Assessorato alla casa in Via Pietrapiana. Per il movimento di Lotta per la Casa è il terzo giorno di mobilitazione teso a ricostruire le "vere" responsabilità sull'emergenza abitativa a Firenze. Mobilitazione nata dallo sgombero dello stabile in Via Caldieri 3 e dalla violenta irruzione dei militi della "benemerita" all'"EX MEYER" occupato.
Le ragioni della protesta sono CHIARE: L'assossre alla casa ha OPPOSTO un Rifiuto ad incontrare una delegazione del Movimento. Lo stesso, in campagna elettorale si era dato disponibile a incontrare il medesimo movimento...
In questi mesi abbiamo incontrato di volta in volta il sindaco, l'assessore alla sicurezza sociale, la Prefettura, molti consiglieri comunali, gli assessori alla sicurezza sociale e alla casa della Regione Toscana...incontri difficili, anche aspri, ma tutti indirizzati alla risoluzione dei grandi temi legati all'emergenza abitativa.
Vogliamo incontrare l'assessore per discutere delle migliaia di esecuzioni di sfratto poste in essere ogni mattina, del cambiamento dei Bandi e delle regole vessatorie che li disciplinano. Vogliamo incontrare l'assessore alla casa per affrontare la questione delle caserme oggetto delle future speculazioni. Vogliamo incontrare l'assessore per combattere la piaga della speculazione e degli affitti a nero.
Vogliamo, infine, che sia CHIUSO il ciclo di Violenza che subiamo ininterrotamente, e che si costruisca una città dove DIRITTI E DIGNITA' non siano cancellati dalla VIOLENZA DEI PROFITTI.
L'occupazione è durata quasi due ore, e i funzionari presenti si sono ripromessi di ottenere a breve un INCONTRO...altrimenti le nostre "VISITE" saranno quotidiane !!!
SABATO 10 OTTOBRE ORE 12 CONFERENZA STAMPA CONDIVISA PRESSO LO STABILE OCCUPATO "EX MEYER" VIA BUONVICINI 21
IL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA



mercoledì 30 settembre 2009

Milano, vigili a caccia degli immigrati il bus-galera imprigiona i clandestini

Gli stranieri senza documenti vengono fatti salire su un bus con grate sui vetri: è il “bus-galera” usato per gli ultrà, utilizzato per bloccare i presunti clandestini e poi identificarli. A effettuare le operazioni sono i vigili del nucleo Trasporto pubblico, istituito per garantire la sicurezza su tram e bus, ma che di fatto si è specializzato in questi mesi nella caccia ai clandestini in città...
di Franco Vanni


Al commissario questo lavoro piace: "Ragazzi, prendetemi anche quello nascosto nell’erba e mi avete fatto felice", dice ai suoi. Quello nascosto nell’erba è nordafricano, ha poco più di 20 anni.
Si è liberato dalla presa di un vigile e si è imboscato dietro a un cespuglio. Da lì, è corso chissà dove. Al termine di un’intera mattinata di controlli, sarà l’unico straniero scappato al nucleo
Trasporto pubblico dei vigili. La squadra, messa in piedi dal Comune nel 2000 per garantire la sicurezza su tram e bus, dallo scorso anno si è specializzata nel servizio "fermi e identificazioni". In pratica: chiudere in speciali autobus con grate ai finestrini, e poi identificare, gli stranieri trovati senza documenti durante i controlli dei biglietti sui mezzi pubblici.

Trentadue agenti divisi in tre turni. Vigili che, mentre gli uomini di Atm multano chi viaggia gratis, fanno quello che devono fare. Un tram dopo l’altro, uno straniero alla volta. Ieri mattina, la prima uscita dall’avvio dei processi ai clandestini, è andata bene: 120 multe staccate e dieci stranieri portati in centrale. Ci si apposta alla fermata, si chiedono i documenti agli stranieri e se non li hanno li si carica sul "bus-galera". È lo stesso tipo di autobus usato per scortare allo stadio i gruppi ultrà. Gli agenti lo chiamano "Stranamore", "perché ricorda il camper su cui Alberto Castagna negli anni Novanta faceva piangere gli innamorati in tivù", ride un agente.

Sulla strada del ritorno, a operazione conclusa, Stranamore è accompagnano da quattro auto dei vigili, che con sirene accese bruciano i semafori per portare il carico alla centrale. Quando alla fermata del tram 15 in via De Missaglia scatta la "tonnara" — sempre stando al gergo dei vigili — sono le sette e mezza. Il tram si ferma, gli agenti bloccano le uscite. Per primo tocca a un ragazzo nordafricano. Mostra fotocopie di documenti, gli fanno cenno di salire sul bus blindato, lui esegue senza fare troppe storie. Poi è il turno di uno slavo. Non apre bocca, toglie le mani di tasca solo prima di sedersi dietro al primo fermato. I passeggeri del tram assistono alla scena e Commentano. Una donna con caschetto di capelli bianchi chiede agli agenti: "Ma perché
fate così? Hanno fatto qualcosa?". La risposta: "Sono clandestini, signora".

Tre dei dieci fermati, risulterà a sera dopo le verifiche, non lo sono affatto. Per sette scatta invece la denuncia per clandestinità, e uno solo è arrestato: ha già in tasca il decreto di espulsione ma non si è mosso dall’Italia. Dentro al bus, che alle dieci del mattino sta per ripartire con gli uomini a bordo, qualcuno prende a pugni il vetro. Altri nascondono il volto fra le ginocchia. Si ferma un’altra signora, borsetta stretta al petto: "Fate bene — dice agli agenti — questi qua in galera devono stare". Una donna chiede ingenuamente ai vigili dove sia diretto lo strano bus con le reti alle finestre. Fa anche per salire, ma il vigile la ferma: "Signora, aspetti il tram che è meglio".

Delle pattuglie anti-clandestini va fiero il vicesindaco Riccardo De Corato: "È un servizio svolto esclusivamente da questa speciale task-force — dice — non sottrae agenti al controllo della viabilità, che è di competenza di altri 2.900 vigili". Nell’e logiare i "puma", De Corato risponde così anche alle accuse fattegli dai sindacati degli stessi vigili, che criticano il Comune "per avere dirottato troppe divise sulle campagne legate alla sicurezza, trascurando i compiti propri dei ghisa milanesi", come la rimozione di auto sui passi carrai.

Un’inchiesta di Repubblica Milano ha rivelato come, per soddisfare le iniziative securitarie di Palazzo Marino (come il contrasto ad accattoni e venditori abusivi), il comando dei vigili invii fax ai suoi uffici territoriali chiedendo di "dirottare" su quei servizi le pattuglie destinate a soddisfare i reclami dei cittadini. Nell’ordine è compreso anche l’obbligo di fornire "i numeri relativi agli interventi svolti", con cui poi Palazzo Marino fa comunicati stampa. E se non bastano i vigili dei comandi di zona, si ricorre agli straordinari: in media 13mila ore al mese, per una spesa di oltre 300mila euro. "Se i compiti dei vigili sono cambiati è solo perché lo prevede la legge — dice De Corato — e comunque dei 3.057 vigili di Milano, solo 150 si occupano di sicurezza a tempo pieno".

Le rassicurazioni del vicesindaco non bastano a placare l’insoddisfazione dei vigili. Alcune sigle sindacali, minacciano di boicottare la tradizionale festa del corpo, in programma per sabato. "Non sappiamo più quale sia il nostro lavoro e nemmeno chi ci comanda", dicono i ghisa in protesta in protesta, dopo che a luglio il comandante Emiliano Bezzon è stato rimosso perché indagato in un’inchiesta giudiziaria su presunti favori a locali notturni.
(29 settembre 2009)

http://milano.repubblica.it/dettaglio/milano-vigili-a-caccia-degli-immigrati-il-bus-galera-imprigiona-i-clandestini/1734491

martedì 29 settembre 2009

Nemmeno la morte fermerà il tuo volo

Come deve essere l'iscrizione scolastica

L'ASGI analizza l’ambito di applicazione del nuovo testo dell'art. 6 comma 2 del TU immigrazione d.lgs. 286/98 per la parte riguardante l’accesso dei minori stranieri all’istruzione a seguito delle innovazioni introdotte dalla Legge 94/2009.
L'ASGI ribadisce che l'iscrizione scolastica dei minori stranieri, e le prestazioni complementari al diritto all'istruzione, devono avvenire a parità di condizioni con i minori italiani dalla scuola dell'infanzia e sino al completamento del diritto/dovere all'istruzione e alla formazione.
Inoltre, nell'ambito di tale percorso del diritto/dovere all'istruzione e alla formazione, non deve essere richiesto ai minori stranieri ed ai loro genitori il permesso di soggiorno, e non deve essere fatta, neppure indirettamente, alcuna segnalazione all'Autorità giudiziaria e/o all'Autorità di P.S. della presenza degli stessi e/o dei loro genitori.

L'analisi dell'ASGI in allegato e sul sito.

A.S.G.I. - Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione

Segreteria Organizzativa - ufficio stampa - Udine - tel/fax +39.0432.507115 - cell. 3470091756 - e-mail, info@asgi.it

Ufficio Formazione - Trieste - via Fabio Severo - 34100 - 040/368463

Sede legale – Torino – via Gerdil 7 – tel/fax +39.0114369158 – e-mail, segreteria@asgi.it

martedì 22 settembre 2009

Afghanistan, De Zordo: "Riflettere senza retorica. Si tracci la via della pace"

“Onorare davvero la memoria dei soldati italiani significa oggi riflettere senza retorica sulla causa per la quale hanno compiuto la loro missione”. Lo ha detto Ornella De Zordo intervenendo sull'incidente avvenuto giovedì 17 setttmbre in Afghanistan. “Non sono morti per la pace – ha sottolineato De Zordo – perché stanno facendo la guerra, tant'è che il nostro paese fornisce
i tornado per i bombardamenti. Non per la democrazia, perché proteggono un governo-fantoccio che non ha nulla di democratico, e che ha avuto bisogno di brogli elettorali per vincere le elezioni. Non sono caduti per la sicurezza internazionale, perché i nostri soldati stanno combattendo contro gli afgani, non contro il terrorismo islamico internazionale: a questo, semmai, stanno fornendo un pretesto per odiare e attaccare l'Occidente”.

“Una risposta credibile in questo senso – ha spiegato De Zordo – l'ha data il generale Fabio Mini, ex comandante del contingente Nato in Kosovo, intervenendo la scorsa settimana a un dibattito sull'Afghanistan tenutosi a Firenze e organizzato da Emergency: 'Lo scopo fondamentale della missione – ha detto – non è la ricostruzione, o la pacificazione, né la democrazia: la Nato è in Afghanistan esclusivamente per dimostrare che è coesa. Ecco perché gli Stati Uniti chiedono soldati in più: ma pensate davvero che manchino loro le forze per far da soli?'“

“L’Afghanistan – ha aggiunto De Zordo – è il maggior produttore di oppio al mondo (l’eroina del paese rifornisce i tre quarti del mercato occidentale e il fratello dell'attuale presidente Karzai è fra i più grandi trafficanti di droga del paese, così come lo sono importanti esponenti dello stesso governo afgano) ed è ricco di smeraldi e risorse minerarie. Ma il valore strategico del paese è legato ai gasdotti e ai corridoi commerciali che lo attraversano, oltre che alla recente scoperta di giacimenti di uranio.
Quindi gli interessi in gioco sono molteplici, e comunque lontani da quelli esternati dall'alleanza occidentale”.

“Nel 2001 la prima motivazione fornita dalla comunità internazionale per giustificare la guerra in Afghanistan – ha prosefuito De Zordo – è stata che bisognava punire il paese che aveva ospitato Bin Laden. Bin Laden adesso è fuggito altrove, e noi siamo restati. Finché l'occupazione e la guerra continueranno, con le stragi di civili, i rastrellamenti, la distruzione dei villaggi, la terra bruciata si allargherà attorno ai nostri soldati e la guerriglia afgana diventerà sempre più popolare. La rabbia e il dolore di chi, a causa delle truppe occidentali, perde un familiare, la casa, una parte del corpo o semplicemente la libertà e la dignità, non fanno che accrescere il conflitto”.

“Un conflitto che stiamo tutti pagando con il prezzo di vite umane, che sono una sconfitta sempre: dal 2001 ad oggi la guerra in Afghanistan ha causato 42.500 morti afgani di cui 11mila civili (7.500 vittime delle truppe d'occupazione e 3.500 degli attacchi talebani), 6mila soldati e agenti di polizia, 25mila guerriglieri e 1.350 soldati Usa e Nato. Proprio oggi è la giornata internazionale della pace dell'Onu. Il nostro governo dovrebbe ritirare subito le truppe – ha concluso De Zordo – e fare ogni sforzo nelle sedi diplomatiche perché la comunità intrnazionale riveda ompletamente la strategia, cessando da subito il conflitto e convocando una conferenza di
pace al quale partecipino tutti i soggetti coinvolti”.

domenica 13 settembre 2009

Il RAZZISMO ISTITUZIONALE DEL GOVERNO Fuori LEGGE


Relzione svolta da Luigi Ferraioli nell'incontro organizzato a Lampedusa da Magistratura Democratica, Medel, Movimento per la giustizia

Luigi Ferrajoli

  • Il RAZZISMO ISTITUZIONALE DEL GOVERNO
    Fuori LEGGE
    Pubblichiamo la relazione del filosofo all'incontro «La frontiera dei diritti. Il diritto alla frontiera» organizzato a Lampedusa da Magistratura democratica, dal Medel e dal Movimento per la Giustizia
    È con un senso di sgomento e di mortificazione civile che siamo oggi qui a Lampedusa per discutere della vergognosa politica italiana in materia di immigrazione: delle scandalose leggi razziste e incostituzionali varate dall'attuale governo contro gli immigrati, fino alla criminalizzazione della stessa condizione di immigrato irregolare; dei respingimenti di massa illegittimi, in violazione del diritto d'asilo, di migliaia di disperati che fuggono dalla fame, o dalle persecuzioni o dalle guerre; delle violazioni dei diritti e della dignità della persona negli attuali centri di espulsione, e più ancora nei lager libici nei quali gli immigrati respinti vengono destinati; delle centinaia di morti, infine - fino alla tragedia dei 73 eritrei lasciati annegare in mare lo scorso agosto, dopo 21 giorni alla deriva - vittime della disumanità del nostro governo, immemore della lunga tradizione di emigrazione del nostro paese

    La guerra ai migranti
    Ci troviamo di fronte ad un cumulo di illegalità istituzionali, che hanno provocato critiche e proteste da parte dell'Onu, dell'Unione Europea e della Chiesa cattolica e che deturpano i connotati essenziali della nostra democrazia. (...) Credo sia opportuno, in via preliminare, misurarne la contraddizione profonda con i principi più elementari della tradizione liberale. Entro questa tradizione, il diritto di emigrare è il più antico dei diritti naturali, essendo stato proclamato alle origini della civiltà giuridica moderna. Ben prima della teorizzazione hobbesiana del diritto alla vita e di quella lockiana dei diritti di libertà, lo ius migrandi fu infatti configurato dal teologo spagnolo Francisco de Vitoria, nelle sue Relectiones de Indis svolte a Salamanca nel 1539, come un diritto universale e insieme come il fondamento del nascente diritto internazionale moderno.
    Di fatto la sua proclamazione era chiaramente finalizzata alla legittimazione della conquista spagnola del Nuovo mondo: anche con la guerra, ove all'esercizio di quel diritto fosse stata opposta illegittima resistenza. Tuttavia - benché asimmetrico, non essendo certo esercitabile dalle popolazioni dei «nuovi» mondi, ma solo dagli europei che lo invocarono a sostegno delle loro conquiste e colonizzazioni - lo ius migrandi rimase da allora un principio fondamentale del diritto internazionale consuetudinario.

    In nome della proprietà privata
    John Locke lo teorizzò come essenziale al nesso proprietà, lavoro, sopravvivenza sul quale fondò la legittimità del capitalismo: «la stessa norma della proprietà», in forza della quale ciascuno è proprietario dei frutti del proprio lavoro, egli scrisse, «può sempre valere nel mondo senza pregiudicare nessuno, poiché vi è terra sufficiente nel mondo da bastare al doppio di abitanti» (...). Kant, a sua volta, enunciò ancor più esplicitamente non solo il «diritto di emigrare», ma anche il diritto di immigrare, che formulò come «terzo articolo definitivo per la pace perpetua». Infine il diritto di emigrare fu consacrato nell'art.13 della Dichiarazione universale dei diritti nel 1948 e in quasi tutte le odierne costituzioni, inclusa quella italiana (...).
    Ho ricordato queste origini dello ius migrandi perché la loro memoria dovrebbe quanto meno generare una cattiva coscienza in ordine all'illegittimità morale e politica, ancor prima che giuridica, della legislazione contro gli immigrati. Quell'asimmetria, in forza della quale quel diritto fu utilizzato dai soli occidentali a danno delle popolazioni dei nuovi mondi, si è oggi rovesciata. Dopo cinque secoli di colonizzazioni e rapine non sono più gli europei ad emigrare nei paesi poveri del mondo, ma sono al contrario le masse affamate di questi stessi paesi che premono alle nostre frontiere. E con il rovesciamento dell'asimmetria si è prodotto anche un rovesciamento del diritto. Oggi che l'esercizio del diritto di emigrare è divenuto possibile per tutti ed è per di più la sola alternativa di vita per milioni di esseri umani, non solo se ne è dimenticato l'origine storica e il fondamento giuridico nella tradizione occidentale, ma lo si reprime con la stessa feroce durezza con cui lo si è brandito alle origini della civiltà moderna a scopo di conquista e colonizzazione. Nel momento in cui si è trattato di prenderne sul serio il carattere «universale», quel diritto è infatti svanito, capovolgendosi nel suo contrario: tramutandosi in reato.
    È questa l'enorme novità dell'attuale legislazione italiana rispetto alle stesse leggi anti-immigrazione del passato, come la Bossi-Fini o le varie leggi contro gli immigrati degli altri paesi europei: la criminalizzazione degli immigrati clandestini. (...)
    Ma oggi la novità della criminalizzazione degli immigrati compromette radicalmente l'identità democratica del nostro paese. Giacché essa ha creato una nuova figura: quella della persona illegale, fuorilegge solo perché tale, non-persona perché priva di diritti e perciò esposta a qualunque tipo di vessazione; destinata dunque a generare un nuovo proletariato, discriminato giuridicamente e non più solo, come i vecchi immigrati, economicamente e socialmente.
    Il salto di qualità consiste dunque nei connotati intrinsecamente razzisti della nuova legislazione: dapprima del decreto legge n.92/2008, convertito in legge il 24 luglio del 2008, che ha introdotto, per qualunque reato, l'aggravante della condizione di clandestino, l'aumento della pena fino a un terzo e il divieto di concedere le attenuanti generiche sulla sola base dell'assenza di precedenti penali; poi, soprattutto, della legge sulla sicurezza (...) È stato infine allungato da 2 a 6 mesi il tempo di permanenza dei clandestini nei centri di espulsione (Cie). Infine le norme apertamente razziste, di triste memoria nel nostro paese: il divieto dei matrimoni misti per l'immigrato irregolare, gli ostacoli alle rimesse di denaro alle famiglie; il divieto per quanti sono privi del permesso di soggiorno di iscrivere i figli all'anagrafe, con il conseguente pericolo che questi, non essendo riconosciuti, possano essere dati in adozione e sottratti alle loro madri, la cui sola alternativa sarà il parto clandestino e la clandestinità dei loro figli.(...)

    Buttati a mare
    La cosa più sconfortante è che queste leggi non sono bastate a soddisfare le pulsioni razziste presenti nell'attuale governo. Anch'esse, benché crudelmente discriminatorie, sono state violate dal nostro governo. È quanto è accaduto in questi mesi, a partire dallo scorso 6 maggio, con l'infamia dei respingimenti in mare, nel corso dei quali centinaia di persone sono state rigettate, a rischio della loro vita, nei campi libici o nei loro paesi di provenienza. Questi respingimenti sono illegali sotto più aspetti. Hanno violato, anzitutto, il diritto d'asilo stabilito dall'articolo 10 (comma 3) della Costituzione per «lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche», giacché le navi italiane con cui gli immigrati vengono riportati in Libia sono territorio italiano, siano esse in acque territoriali o in acque extraterritoriali. E lo hanno violato doppiamente, giacché questi disperati vengono respinti in quei veri lager che sono i campi libici, dove sono destinati a rimanere senza limiti di tempo e in violazione dei più elementari diritti umani. Hanno violato, in secondo luogo, la garanzia dell'habeas corpus stabilita dall'articolo 13 (3 comma) della Costituzione: questi respingimenti si sono infatti risolti in accompagnamenti coattivi, non sottoposti a nessuna convalida giudiziaria. (...) Infine sono state violate le convenzioni internazionali che l'Italia, nell'articolo 10 della Costituzione si è impegnata a rispettare: l'art.13 della Dichiarazione universale dei diritti umani sulla libertà di emigrare; l'art.14 della stessa Dichiarazione sul diritto d'asilo; l'art.4 del protocollo 4 della Convenzione europea dei diritti umani che vieta le espulsioni collettive.
    Infine l'ultimo, dolente capitolo: quello dei «centri» che prima si chiamavano «di accoglienza» e che la nuova legge chiama «centri di identificazione e di espulsione», nei quali gli immigrati possono restare reclusi non più per 60 giorni, come secondo la vecchia legge, ma per sei mesi. Questi centri sono veri luoghi di detenzione: una detenzione, peraltro, ancor più grave e penosa di quella carceraria, dato che è sottratta a tutte le garanzie previste per i detenuti, a cominciare dal ruolo di controllo svolto dalla magistratura di sorveglianza.
    Sono stati così creati dei centri, dei luoghi, dei campi di concentramento - chiamiamoli come vogliamo - in cui vengono recluse persone che non hanno fatto nulla di male, ma che vengono private di qualunque diritto e sottoposte a un trattamento punitivo senza neppure i diritti e le garanzie che accompagnano la stessa pena della reclusione. In questi centri la violazione dell'habeas corpus è totale.(...)
    Queste norme e queste pratiche rivelano insomma un vero e proprio razzismo istituzionale. (...) Esse esprimono l'immagine dell'immigrato come «cosa», come non-persona, il cui solo valore è quello di mano d'opera a basso costo per lavori troppo faticosi, o pericolosi o umilianti: tutto, fuorché un essere umano, titolare di diritti al pari dei cittadini.

    Categorie criminali
    C'è un altro aspetto, ancor più grave, del razzismo istituzionale espresso da queste norme e dalla campagna sulla sicurezza a loro sostegno: il veleno razzista da esse iniettato nel senso comune. Queste norme e questa campagna non si limitano a riflettere il razzismo diffuso nella società, ma sono esse stesse norme razziste - le odierne «leggi razziali», è stato detto, a distanza di 70 anni da quelle di Mussolini - che quel razzismo valgono ad assecondare e a fomentare, stigmatizzando come pericolosi e potenziali delinquenti non già singoli individui sulla base dei reati commessi, ma intere categorie di persone sulla base della loro identità etnica. (...)
    Questo razzismo istituzionale rischia di minare alle radici la nostra democrazia. Al tempo stesso, le politiche e le leggi che ne sono espressione possono solo aggravare e drammatizzare tutti i proble-mi che si illudo-no di risolvere. Mentre non saranno mai in grado di fermare l'immigrazione, avranno come effetto principale l'aumento esponenziale del numero dei clandestini e la loro emarginazione sociale inevitabilmente criminogena. E' infatti evidente che, come già è accaduto per l'emigrazione italiana negli Stati Uniti negli anni venti e trenta del secolo scorso, la condizione di debolezza e di inferiorità degli immigrati finisce inevitabilmente per spingerli nell'illegalità, alla ricerca della solidarietà e della protezione di altri immigrati clandestini e di consegnarli, magari, al controllo delle mafie. Occorre al contrario essere consapevoli della complementarità e della convergenza tra sicurezza e integrazione sociale: una politica a garanzia della sicurezza non solo non esclude, ma implica la massima integrazione degli immigrati, attraverso il riconoscimento della loro dignità di persone e la garanzia di tutti i diritti della persona.


venerdì 11 settembre 2009

Lettera ai genitori sulla “Nuova Influenza”


Cari genitori,
ogni giorno parliamo della nuova influenza, e mi chiedete se sia utile e sicuro vaccinare i bambini.
La mia risposta Ë NO! Un ‘no’ motivato e ponderato, frutto delle analisi delle conoscenze fornite dalla letteratura medica internazionale. Un ‘no’ controcorrente perchÈ molti organismi pubblici, alcune societ‡ scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettono messaggi differenti: avranno le loro ragioni.

Influenza stagionale e influenza A/H1N1: alcuni dati a confronto

L’epidemia, iniziata in Messico nel 2009, Ë di modesta gravit‡: il virus A/H1N1 si Ë dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Si manifesta come qualsiasi forma influenzale: febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea, diarrea tosse. Non sar‡ l’unica patologia che colpir‡ i bambini in questo inverno, e non sar‡ facile distinguerla dai circa 500 (tra tipi e sottotipi) virus capaci di infettare i bambini. I test rapidi per identificare il virus dell’influenza A hanno poca sensibilit‡ (dal 10 al 60%). Il test quindi non garantisce con certezza se si tratti di influenza A/H1N1. Leggi tutto

No alle Basi Nucleari e civili - Turi Vaccaro

domenica 13 settembre 2009
presso Il Centro delle Culture
via San Gallo 109 rosso
Firenze
ore 21.00

Cammino per la nonviolenza

Turi Vaccaro
sta facendo un cammino da Napoli a Vicenza attraverso l'Italia, passando da Firenze il 13 settembre 2009.
Il “cammino” di Turi è per dire NO alle basi militari che opprimono il nostro paese, per dire NO ad ogni forma di nucleare, sia quello militare, che è il più grande attentato all'esistenza dell'umanità, sia quello civile che ne è il presupposto.
Il “cammino” di Turi si concluderà a Vicenza l'8 novembre, lo stesso giorno che la “Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolanza” passa da quella città (La Marcia Mondiale è organizzata da “Mondo senza Guerre”, partirà dalla Nuova Zelanda il 2 ottobre 2009 per concludersi in Argentina il 2 gennaio 2010).

La Comunità per lo Sviluppo Umano
La Tavola per la Nonviolenza
La Fucina per la Nonviolenza

invitano ad un incontro con "il marciatore" Turi Vaccaro per capire le ragioni del suo impegno


Interverranno anche:
  • Alfonso Navarra, giornalista, che parlerà sul nucleare civile e militare in Italia e dei legami di questo con le basi militari disseminate nel nostro territorio
  • Tiziana Landra, attivista nonviolenta umanista, illustrerà i motivi e le modalità della "Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza" (www.theworldmarch. org)

mercoledì 2 settembre 2009

Teoria e pratica della detenzione amministrativa - Una testimonianza da Ponte Galeria


«Quando sono entrato qui mi hanno detto che dovevo stare tranquillo, che qui ero libero… Ho visto la Croce Rossa e mi sono detto: “meno male, almeno non vedo la polizia intorno”. Invece
mi sono sbagliato tanto, mi sono sbagliato tanto a pensare così…

La Croce Rossa mi ha dato un paio di ciabatte, un paio di lenzuola di carta di quelle che si usano sui treni, quelle usa e getta. Mi ha aperto un cancello e… lunghe sbarre, lunghe sbarre alte quattro metri.

Tutto a sbarre. Avete presente gli zoo, come sono divisi gli animali?
Una gabbia sono negri, una gabbia sono arabi, una gabbia sono del Bangladesh, una gabbia sono indiani, una gabbia sono europei…

Da lontano ho visto i militari, e come girano intorno coi mezzi che usano lì in Afghanistan - armati! Subito mi sono reso conto che mi hanno detto una bugia, che non ero libero io: una
persona chiusa in una gabbia 16 per 20 non può essere libera, non può essere libera!

Qui non c’è la vita, non si può vivere così: ci danno il vitto solo per tenerci in vita. Sapete come ci sentiamo, sapete come ci sentiamo noi? Persone sequestrate!
Una cosa è sentirla - vedete, mi viene la pelle d’oca - e un’altra cosa è trovarsi solo cinque minuti in una gabbia… e no, due mesi, tre mesi, quattro mesi, cinque mesi, sei mesi…

E intorno a noi girano militari che sono tornati dall’Afghanistan. Vigili urbani, Polizia, Finanza,Carabinieri, Polizia stradale, militari… tutte le divise abbiamo qua. E
in più abbiamo la Croce Rossa: per me il nome della Croce Rossa è infangato, infamato!, perché sotto le divise della Croce Rossa si nascondono gli ex militari.
E questo lo posso confermare
davanti a tutti, anche davanti al Presidente della Repubblica.

Qui non è come fosse Guantanamo: è Guantanamo. È Guantanamo. È Guantanamo del signor Berlusconi, del signor Bossi, del signor Maroni, del signor Fini, del signor Casini e del signor Calderoli. Noi vogliamo che nostra voce si senta da qua a tutto il mondo come si è
sentita per Guantanamo.Trasmettetela e ve ne saremo molto grati: le nostre sofferenze qua non si possono descrivere. Non si possono descrivere, non si possono descrivere…»

C.I.E. Ponte Galeria, Roma, 30 agosto 2009
http://toscananocie.noblogs.org/post/2009/08/30/teroria-e-pratica-della-detenzione-amministrativa-una-testimonianza-da-ponte-galeria

da macerie [http://www.autistici.org/macerie]

venerdì 28 agosto 2009

Così sono morti gli italiani in Argentina, nell'oceano...













La storia si ripete, le vittime sono altre, i carnefici pure... ma l'ignoranza di queste ripetizioni ci fa domandare: "Ma è proprio vero che l'essere umano non possa capire, non possa superare questi errori già vissuti da altri?"

Noi del Prossimo sono io, insieme a molti altri, crediamo fermamente che anche se la globalizzazione a esportato ed importato misera in tutto il pianeta, la mondializzazione ed internet, ha fatto si che le notizie circolino in modo impossibile da controllare, e questo forse è il segreto.

Sapere quello che succede negli altri luoghi può far integrare queste esperienze. Le esperienze negative come queste ripetizioni dolorose e le azioni interessanti che l'umanità ha fatto ma che non sono circolate quanto avrebbero dovuto.

Qui troverete delle testimonianze di italiani che vivono in Argentina

Il Consiglio di Stato approva la politica delle impronte digitali ai bambini Rom e delle Stelle di Davide


del Gruppo EveryOne

Roma, 27 agosto 2009. Il Consiglio di Stato, contrapponendosi alla sentenza emessa lo scorso 1 luglio dal TAR del Lazio, ha ammesso l'identificazione dei minori - oltre che degli adulti - che vivono nei campi Rom autorizzati, anche attraverso rilievo delle impronte digitali e fotosegnalazione. Il Tribunale amministrativo del Lazio aveva parzialmente accolto (sentenza n. 06352 / 2009) il ricorso presentato dall'European Roma Rights Center contro il D.P.C.M. del 21.05.2008 e le relative ordinanze in materia di dichiarazione dello stato di emergenza riguardo agli insediamenti di comunità nomadi in diverse regioni italiane, nonché in relazione ai regolamenti adottati dai Prefetti di Roma e Milano per la gestione dei villaggi attrezzati per le comunità nomadi nella Regione Lazio e nel territorio del Comune di Milano. Il Consiglio di Stato è organo di governo, il cui presidente è nominato dal primo ministro e questa sua decisione era scontata, almeno secondo gli attivisti. Essa tuttavia servirà alle Istituzioni intolleranti per attuare l'aspetto più odioso delle già disumane politiche discriminatorie, un aspetto a lungo perseguito, nonostante la stigmatizzazione del Consiglio d'Europa, dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e di tutte le principali organizzazioni umanitarie. Ricordiamo che il 5 agosto scorso lo steso Consiglio di Stato aveva ritenuta ammissibile l'identificazione dei Rom che vivono nei campi con un "badge" specifico, equivalente alla Stella di David che connotava gli ebrei nei ghetti e nei campi di concentramento nazisti.

Contatto:
Gruppo EveryOne
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mercoledì 26 agosto 2009

QUARTA NOTTE BIANCA DELLA SOLIDARIETÀ CON I RIFUGIATI

<- 20 giugno giornata mondiale dei rifugiati

Solidarietà e accoglienza per profughi e rifugiati. Per le vittime che hanno perso la vita in mare

I rifugiati di Milano, provenienti dall’Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan lottano da 5 mesi, per il diritto umano all’accoglienza. Sono donne, uomini e bambini, esseri umani che fuggono dalle guerre in cerca di protezione e di un futuro migliore. Hanno dei diritti riconosciuti internazionalmente e chiedono ciò che gli spetta dal Comune di Milano, che non da alcuna risposta e li costringe a dormire per la strada. La giunta Moratti addirittura è arrivata a mandare perfino l’esercito, dichiarando piazza Oberdan “zona sensibile”. Negano i diritti riconosciuti da leggi internazionali, continuano una repressione che dura da 5 mesi con calunnie e bugie ripetute da politici di professione, da mass media e giornali.

In piazza Oberdan ci sono rifugiati eritrei come i 75 uomini e donne morti nel mare di Sicilia in questi giorni, tra i quali alcuni di loro erano stati vittime dei respingimenti in Libia dei mesi scorsi. Lasciati morire negando il soccorso, per 20 giorni hanno viaggiato e le 10 navi incontrate, non hanno risposto alla richiesta di aiuto. Le istituzioni fra cui: Libia, Malta e l’Italia in prima fila, hanno negato il soccorso a chi chiedeva aiuto. Questo governo nega, nei fatti l’accoglienza a chi fugge dalle guerre e dalle dittature, violando tutte le leggi e i diritti umani riconosciuti.

Alle ultime vittime che hanno perso la vita in mare vogliamo dedicare la:

QUARTA NOTTE BIANCA DELLA SOLIDARIETÀ CON I RIFUGIATI
GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE DALLE ORE 20.00.
IN PIAZZA OBERDAN A MILANO



Per iniziare..h.20.20 (8.20 P.M.) Cena della solidarietà
A seguire … Assemblea pubblica
per finire Lettura dal libro “la nave fantasma “ di Bebo Storti

C’è bisogno di reagire, per costruire una vera accoglienza umana, questo significa in questa città sostenere con più forza, la lotta dei rifugiati di Milano. Possiamo imparare tutti a reagire dal loro coraggio, dalla loro determinazione, solidarietà, protagonismo e umanità. Rivolgiamo un appello ai nostri fratelli e sorelle immigrati e italiani a unirsi, organizzarsi a prendere l’iniziativa con coraggio per contrastare il razzismo, la paura o la rassegnazione.

Invitandovi a partecipare alla:

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 17 OTTOBRE A ROMA

Per contatti e adesioni:

Rifugiati di Milano – 345.6125464 – rifugiati.milano@gmail.com, Associazione Antirazzista “3 febbraio” – 348.7329075 – milano.a3f@libero.it, Gruppo per la solidarietà antirazzista Vijar Kumar – 338.9184499, Comitato antirazzista Mondoinsieme – 328.1659637, comitato.mondoinsieme@gmail.com,

Centro delle culture – Movimento umanista Jorge Carazas Tel.320.0118441

EMERGENZA CARCERI Continuano le proteste.

Riprendono le proteste nelle carceri, in particolare negli istituti più grandi della Toscana, Sollicciano (Firenze) e Pisa. L'istituto fiorentino esplode: «Ci sono 955 detenuti e 7 bambini per 483 posti regolamentari», denuncia Franco Corleone, il garante dei diritti dei detenuti del comune che ieri ha nuovamente visitato la struttura. Di questi, più del 62% è straniero (583 persone).

La situazione è talmente esplosiva che lunedì un detenuto marocchino con due anni di pena residua si è cucito la bocca per protesta contro il mancato rimpatrio - che aveva chiesto e di cui aveva diritto - nel suo paese. «Questo episodio drammatico - afferma Corleone - mette in luce una questione troppo trascurata. Si parla tanto di rimpatri e poi non si fanno quelli che si dovrebbero fare. Sono molti i detenuti stranieri che potrebbero usufruire della norma di legge che prevede la possibilità del rientro volontario in patria come misura alternativa quando mancano loro da scontare due anni. È urgente un monitoraggio per capire quanti sono questi casi e applicare la legge».
A Sollicciano la protesta contro il sovraffollamento e il cibo avariato - battitura di ferri, rifiuto del cibo, incendio di suppellettili - va avanti dal 18 agosto. Oggi ci sarà un nuovo incontro tra i rappresentanti dei detenuti (una trentina), il direttore e Corleone stesso per verificare se e come la situazione può migliorare come promesso una settimana fa al capo del Dap Franco Ionta. I detenuti, in particolare, insistono nella denuncia del sovraffollamento e chiedono l'applicazione di misure alternative per i numerosi detenuti tossicodipendenti.
Rivolta notturna invece a Pisa (ben 427 detenuti per 205 posti, dati Dap all'11 agosto). Intorno alle 21 in 200, praticamente tutta la sezione giudiziaria hanno incendiato cuscini, stracci, lenzuola e indumenti personali, lanciando bottiglie, bombolette del gas e perfino escrementi nei corridoi. I pochi agenti presenti - denuncia il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria - hanno dovuto usare gli estintori per evitare intossicazioni e sono riusciti a riportare la calma solo prima di mezzanotte.
Situazione critica in Toscana ma anche in Emilia Romagna, la regione che registra il maggior tasso di sovraffollamento. Nei 13 istituti emiliani, i detenuti ormai sono il doppio dei posti regolamentari: 4.690 nei 2.308 posti previsti dalla legge. La metà, 2.428 persone, sono stranieri. Situazione oltre ogni limite, in particolare, nel carcere Dozza di Bologna: 1193 ristretti per 494 posti, il triplo del consentito. Situazioni critiche anche in Liguria, a Chiavari nemmeno la terza branda basta più e si fanno i turni per dormire per terra o nella palestra. Crescono anche i suicidi. A Sanremo nei giorni scorsi 4 detenuti hanno cercato di togliersi la vita, mentre a Frosinone un uomo di 46 anni recluso nella sezione tossicodipendenti si è suicidato.


giovedì 13 agosto 2009

Deportati da Ancona in Grecia altri 40 migranti.

Negati i loro diritti alla protezione internazionale

Ancona, 11 agosto 2009

- Trentotto migranti rifugiatisi in Italia sono stati fermati ieri dalla Guardia di Finanza di Ancona. Erano nascosti in uno spazio angusto ricavato all'interno del semirimorchio di un tir che trasportava caschi di banane. Il camion era appena sbarcato dalla motonave Superfast, proveniente dalla Grecia.

Dopo essere stati scoperti, gli stranieri sono stati identificati e respinti immediatamente, affidati al comandante della Superfast. Dalla Grecia, saranno deportati in Turchia e quindi nei loro Paesi di origine, dove sono in corso tragedie umanitarie.

Il gruppo di profughi respinto era composto da 20 iracheni, 14 afghani, due palestinesi, un iraniano e un pakistano. Le autorità hanno effettuato il respingimento senza aver dato ai profughi alcuna possibilità di chiedere asilo politico.

Si ricorda che respingimento di rifugiati o richiedenti asilo è tassativamente vietato dagli obblighi internazionali previsti
dalla Convenzione sui Rifugiati del 1951 e
dal protocollo del 1967,
dalla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici,
dalla Convenzione Onu contro la Tortura e
dalla Convenzione Europea sulla Protezione dei Diritti Umani.

Si ricorda inoltre che la Grecia non rispetta tali Convenzioni, nonostante le abbia sottoscritte e, come giustamente asserisce l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, "arresta e deporta i migranti, molti dei quali minori, ai quali viene negato qualsiasi accesso alla procedura di asilo, sottoponendoli invece ad internamento ed espulsione in Turchia e quindi nei Paesi di provenienza, dove sono in corso gravi crisi umanitarie".

mercoledì 12 agosto 2009

lunedì 10 agosto 2009

La vera storia dei pirati somali....

Chi poteva immaginare che nel 2009 i governi del mondo avrebbero dichiarato una nuova guerra ai Pirati? Mentre state leggendo questo articolo, la Marina britannica -appoggiata dalle navi di più di due dozzine di nazioni, dagli Stati Uniti alla Cina- sta entrando nelle acque della Somalia per perseguire uomini che vediamo ancora come furfanti da circo con il pappagallo sulla spalla. Presto daranno battaglia a navi somale e daranno la caccia ai pirati anche sul territorio della Somalia, uno dei Paesi più malmessi della Terra. Ma a parte la stravaganza di questo racconto, c'è uno scandalo su cui si tace. La gente che i nostri governi etichettano come "una delle grandi minacce dei nostri tempi" ha una storia straordinaria da raccontare -e un po' di ragione dalla sua parte.
leggi tutto


Gradisca in lotta

Diario

Si allarga la protesta nei Cie contro l’entrata in vigore delle norme del pacchetto sicurezza. Ed è la volta di Gradisca d’Isonzo, e questa volta è una sommossa: tutti sul tetto. Intanto, a Milano e a Roma prosegue la mobilitazione. Da Roma arriva un altro particolare, inquietante. Lunedì sera, gli algerini arrivati nel Centro da Bari Palese erano in quindici. Quelli rimpatriati l’altro giorno, dopo essere stati tutta la settimana in isolamento, quattordici. Ne manca uno: un elemento in più che conferma la convinzione dei reclusi che il malato di cuore scomparso in realtà sia morto. Leggi tutto

mercoledì 29 luglio 2009

Foto dell'ultimo giorno di Digiuno per rifiutare il Pacchetto Sicurezza






RIFIUTIAMO DELLE LEGGI CONTRO IL DIRITTO ALLA VITA
non ci rassegneremo alla barbarie di queste regole dettate da chi non ama la vita

martedì 28 luglio 2009

domande e risposte sul Pacchetto Sicurezza

clicca sull'immagine e vedrai i video che rispondono a tredici domande sul pacchetto sicurezza, iniziativa dell'associazione milanese
Nagaonlus

Il 2 di luglio Napolitano ha firmato il pacchetto sicurezza che quindi entrerà in vigore.

Gran finale del Digiuno di Saverio Tommasi sul gommone

Alle ore 18:00 di domani 29 luglio, quale termine della manifestazione, Saverio Tommasi scenderà dal gommone interrompendo il digiuno, contemporaneamente ad Alessandro Santoro, anche lui a digiuno per l'intera settimana.

Tutti i promotori: Marco Bazzichi, Antonio Berti, don Andrea Bigalli, Lisa Clark, Ornella De Zordo, Tommaso Fattori, Mercedes Frias, Marco Romoli, Alessandro Santoro e Saverio Tommasi daranno vita a un "fine pomeriggio spettacolare".

Tutte le persone intervenute saranno chiamate a disegnare un volto, un'espressione o un arcobaleno, che poi verranno attaccati su una corda di 50 metri con cui abbracceremo - non solo simbolicamente - il David di Michelangelo, o meglio la sua copia, esposta nello stesso piazzale Michelangelo, dove Saverio Tommasi ha vissuto la sua settimana di "viaggio
immobile".

Chiuderanno il pomeriggio la banda musicale di strada "Fiati sprecati" e il gruppo di teatro "Teatranti dei popoli".

SONO INVITATE A PARTECIPARE TUTTE LE FORZE SINGOLE E ASSOCIATIVE CHE ANTEMPONGONO LE PERSONE AL DENARO.

Le foto degli amici di Saverio Tommasi

Saverio Tommasi digiuna dal 22 luglio per dire NO al Pacchetto sicurezza: "66 articoli saggiamente ispirati dalle leggi razziali e sapientemete mescolati con razzismo, ignoranza, luoghi comuni e una buona dose di mala-informazione". Ma Saverio non è solo. Circa 30 associazioni si sono unite a lui per sostenere la causa. E molti amici si sono fatti fotografare col "pacchetto sicurezza", quello di cartone, però... Ultimo a farsi immortalare il rapper Caparezza che ha ricordato Saverio a fine concerto, ieri, alla Fortezza da Basso.

Vedi le foto QUI.

martedì 21 luglio 2009

Al Piazzale Michelangelo in gommone, per difendere i diritti di tutti/e

De Zordo: «Per riannodare fili di solidarietà, contro il pacchetto sicurezza»

Un gommone, come quelli che partono dall’Africa verso la Fortezza Europa, piazzato per una settimana al Piazzale Michelangelo di Firenze. Un luogo conosciuto in tutto il mondo che diventa, dal 22 al 29 luglio, il luogo deputato per la difesa dei diritti di tutti e di tutte, a partire dai più deboli. 408 ore digiuno non-stop contro le galere etniche del pacchetto
“sicurezza”, per un’altra convivenza possibile.

perUnaltracittà aderisce e invita i fiorentini a partecipare a questa iniziativa promossa dall'attore-attivista Saverio Tommasi.

«Il pacchetto sicurezza voluto dal governo è fuori da ogni criterio giuridico - ha detto Ornella De Zordo. Una persona, solo per il fatto di esistere in un paese che non è il suo, commette un reato ed è per questo perseguibile dal regime berlusconiano. Crediamo sia il momento di reagire a questo stato di cose che colloca l'Italia fuori da una tradizione giuridica secolare. Il rispetto dei diritti umani deve essere al primo posto in ogni comunità che vuol definirsi civile, per questo le iniziative previste al Piazzale Michelangelo sono importanti, perché permettono di informare e ricostruire queri legami di solidarietà naturali tra i popoli.»

Guarda il video di presentazione:



Saverio Tommasi sarà impegnato nella rappresentazione di un viaggio dalla Libia a Lampedusa: sopra un gommone per sette giorni, senza mangiare, senza riparo dal sole. Ad accompagnare Saverio in questo viaggio saranno decine e decine di persone, che a staffetta digiuneranno e saranno presenti agli incontri e ai dibattiti organizzati intorno al gommone, con le associazioni
del territorio maggiormente impegnate nella costruzione di una sicurezza fondata sul dialogo, contro una (non)sicurezza basata sulla repressione.

Ornella De Zordo
digiunerà
venerdì 25 luglio
e sarà presente
il 25 e il 28 luglio
a partire dalle 18.30

A promuovere l’iniziativa sono persone che a Firenze si battono da sempre per la difesa dei diritti della persona. Eccoli uno per uno.
Li potete ascoltare nel video che presenta la settimana di digiuno: Marco Bazzichi, Antonio Berti, Andrea Bigalli, Lisa Clark, Ornella De Zordo, Tommaso Fattori, Mercedes Frias, Marco Romoli, Alessandro Santoro oltre, naturalmente, a Saverio Tommasi.

Sono stati riconosciuti colpevli di Razzismo il sindaco Flavio Tosi e i suoi collaboratori di partito

VERONA: FLAVIO TOSI NON PARLA ALLA COMMEMORAZIONE PER L'ASSALTO AL CARCERE DEGLI SCALZI


Lo sterminio nazista di 500.000 zingari è cominciato così.

Alla commemorazione per l'assalto alle carceri degli Scalzi (ultima guerra), che si tiene tutti gli anni a Verona, è intervenuto il sindaco Flavio Tosi fresco di condanna per razzismo.
Gli antifascisti veronesi presenti con uno striscione con su scritto: "Lo sterminio nazista di 500.000 zingari è cominciato così" non hanno permesso al sindaco di parlare contestando la sua presenza ad una commemorazione partigiana.

La condanna definitiva per propaganda razzista, inflitta al sindaco Flavio Tosi e ad altri cinque leghisti, tra cui un assessore comunale (Enrico Corsi), riguarda una campagna contro gli zingari, scatenata dal Carroccio nel 2001. Il sindaco e i suoi colleghi di partito, passati attraverso tutti i gradi di giudizio (addirittura due volte in appello e due in Cassazione), sono stati irrevocabilmente riconosciuti colpevoli e costretti a pagare i risarcimenti alle parti civili, alcuni componenti della comunità sinta veronese e le spese agli avvocati.

lunedì 20 luglio 2009

Inchiesta: Dai margini (perché chi vive per strada non ha diritti)

la strana coppia Saverio Tommasi e Ornella De Zordo è tornata con una nuova video/inchiesta sulla marginalità a Firenze, ma validissima, dato il ripetersi di molte di queste dinamiche, per tutto il territorio italiano.

Vi invitiamo a guardare e diffondere l'inchiesta da youtube:


Il titolo completo è: Dai margini (perché chi vive per strada non ha diritti).

Per questro lavoro ho vissuto in giro per il centro di Firenze mendicando e chiedendo l'elemosina. E ancora lavando i vetri alle automobili e vendendo fazzolettini ai semafori. Poi abbiamo messo in fila contraddizioni, illustrando i numeri della povertà a Firenze, con un occhio sull'Italia contemporanea. Abbiamo girato le periferie della città mostrato storie, volti di donne e uomini, interrogandoli per sentire le ragioni di chi solitamente non viene ascoltato.

Mi permetto di ricordarvi le due precedenti video inchieste che abbiamo curato nei mesi passati:

"Razzisteria: destra fascista in Italia e nella "rossa" Toscana"
http://www.youtube.com/watch?v=NNLkCPvoRn8

"Guarire si deve, chiesa e omosessualità" (tutt'ora censurata da youtube e visibile solo attraverso la mitica Arcoiris.tv):
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Flash&d_op=getit&id=10999

I video sono sottotitolati e totalmente autofinanziati.

Potete scegliere di contribuire in due modi:

1) Guardando e facendo circolare fra i vostri contatti il link al video;
2) Versando un piccolo contributo economico che servirà a coprire almeno una parte delle spese di realizzazione e diffusione del progetto "l'altrainchiesta - 10 brutte storie italiane", totalmente autofinanziato, dandoci la possibilità di continuare le indagini. Potete decidere di effettuare un versamento a Banca Etica o utilizzare PayPal. Tutti i riferimenti necessari a partire da: http://www.saveriotommasi.it/donazioni/

Grazie per averci letto fino a qui.
Un abbraccio di pace, buona diffusione e buona memoria,

Saverio Tommasi e Ornella De Zordo

http://www.saveriotommasi.it
http://www.perunaltracitta.org

mercoledì 15 luglio 2009

Festa a Campi Bisenzio il 25 Luglio

IRAN Manifestazione nazionale 18 luglio p.zza S.marco Firenze


Con le donne e gli uomini in lotta per la libertà in Iran !

Contro il regime reazionario ! Fermiamo la repressione !

Nessuna fiducia nel sistema degli Stati !




Concentramento ore 16.30 in Piazza San Marco






Socialismo Rivoluzionario, Unicobas, Socialismo Libertario, Help to Change (Associazione Umanista) , Partito Umanista (FI), Usi- Ait, Centro delle Culture (FI), Comitato Antirazzista Vite Impegnative (FI), Collettivo Maripose (GE), Perunaltracitta (FI), Ass. IREOS - Centro Servizi Autogestiti Comunità Queer (FI), Comitato Stoprazzismo Prato

Info e adesioni : iranlibero@libero.it

telefono 055-2302015

lunedì 6 luglio 2009

RESPINGIAMO IL PACCHETTO SICUREZZA!



Alla manifestazione davanti al Senato
RESPINGIAMO IL PACCHETTO SICUREZZA!
Mercoledì 1 luglio, 2009

Edgar Galiano - (comitato migranti) - parla dello sfruttamento come principio motore di queste sciagurate leggi razziali e richiama i lavoratori, TUTTI, ad unirsi contro la legge 733 appena approvata e per una nuovo fronte comune di lotta.
Edgar Galiano - comitato migranti

domenica 5 luglio 2009

Su Rai 3 il documentario COME UN UOMO SULLA TERRA

Dopo decine e decine di proiezioni in tutta Italia
Dopo il grande successo della campagna IO NON RESPINGO:

COME UN UOMO SULLA TERRA
finalmente in onda sulla RAI
9 LUGLIO 2009
RAI 3 ore 23.40 (trasmisisone DOC3)
Un occasione di civiltà e informazione per tutta l'Italia.
Finalmente anche chi non poteva sapere ora saprà.
Chiediamo alle migliaia di persone che da oltre 6 mesi
sostengono il film, di diffondere ovunque la notizia:
con il passaparola, nei mezzi di informazione, via mail e
con il Volantino che potete scaricare sul sito del film:
http://comeunuomosullaterra.blogspot.com

Qualche giorno dopo la messa in onda chiuderemo la raccolta delle firme
per la petizione e organizzeremo la consegna.
Siamo già a 10mila firme.
Con la messa in onda e l'aiuto di tutti
possiamo crescere ancora.

Grazie a tutti
Autori e Produzione COME UN UOMO SULLA TERRA
http://comeunuomosullaterra.blogspot.com

venerdì 3 luglio 2009

Approvato Pacchetto Sicurezza: Che Paese è questo bel Paese?

"Che Paese è questo bel Paese? Dove si approva una legge che permette la giustizia fai da te, che giudica un crimine la ricerca di una vita migliore, che scheda chi non ha una casa, che toglie ai bambini il diritto ad un’identità, che incita alla delazione ed al sospetto, che educa alla discriminazione e reclusione ed espulsione del diverso, di chi scappa dalla guerra, di chi fugge dalla fame , di chi rincorre isuoi sogni, del nato nel “paese” sbagliato.

Che Paese è questo Paese che non sa accogliere, che non sa dare risposte al cambiamento, che non si sa adattare all’evoluzione
dell’umanità ma si limita a reprimere, incarcerare, prevaricare, non ascoltare ma solo ordinare.
E noi cittadini di questo Bel Paese, noi che queste decisioni le abbiamo democraticamente volute o per lo meno accettate, noi che
facciamo?

E’ questo un momento crepuscolare: può sopraggiungere l’alba o arrivare la notte e forse questo non sta nelle nostre mani. Possiamo
però accendere luci e rischiarare il buio. Contribuire a creare una coscienza umana , proteggere le aspirazioni più alte e profonde che
hanno condotto l’umanità ai suoi momenti migliori, marciare verso un futuro che anche se non prevede ancora la risoluzione dei conflitti
per lo meno non li soffochi nella violenza e cerchi nuove soluzioni.

La legge approvata il 2 luglio 2009 in Senato è una legge ingiusta e violenta che non tiene conto dei diritti umani, che non si rifà al
principio di ricerca di soluzioni lungimiranti per risolvere le situazioni difficili, nelle quali, in questo momento storico, ci
stiamo trovando a vivere. Si limita a dare una risposta alle nostre paure più viscerali di perdere qualcosa (la falsa sicurezza, l’ordine
apparente, gli elettori) e ci porta a tradire la nostra cultura o quello che credevamo di essa (la solidarietà, l’ospitalità, la
fantasia nel trovare soluzioni). Ci consegna alle pagine peggiori della Storia, nelle quali non avremmo voluto essere menzionati, come
quella del 1938 e delle leggi razziali."

Centro delle Culture

Roma, torna sui media la "mafia Rom". Realtà o informazione distorta?

di Roberto Malini

Roma, 30 giugno 2009.

Una notizia di cronaca, due modi diversi di presentarla. Ecco La Repubblica (gli altri quotidiani italiani, in genere, sono sullo stesso tenore):

"Un'organizzazione di trafficanti di cocaina composta da intere famiglie di etnia rom di nazionalità croata e bosniaca, ma anche di italiani, è stata scoperta dai Carabinieri di Roma che stanno eseguendo, dalla scorsa notte, 54 ordinanze di custodia cautelare. L'organizzazione usava come corrieri anche minorenni".

E' un'informazione parziale, che presenta al pubblico una realtà falsata, inducendo - ovviamente - il lettore a pensare che i Rom, a Roma, siano capaci di dare vita a una forma di criminalità organizzata autonoma, venendo così a costituire un nuovo pericolo per la sicurezza. Per comprendere correttamente la notizia bisogna proseguire nella lettura del pezzo e interpretare, fra le righe, la verità:

"Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip di Roma su richiesta della direzione distrettuale anti-mafia della capitale".

Et voila, ecco che si presenta una versione diversa del fatto di cronaca: non si tratta di "emergenza Rom", ma di mafia, di italianissima mafia, nella fattispecie 'ndrangheta, che gestisce integralmente il traffico di stupefacenti a Roma e utilizza le fasce sociali più vulnerabili, emarginate e indigenti per i suoi traffici, fra cui i Rom.
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Viareggio, una tragedia figlia di scelte economiche sbagliate

Comunicato stampa del Comitato contro il Sottoattraversamento AV di Firenze



L'entità del disastro di Viareggio lascia attoniti. Il numero delle vittime e l'estensione dei danni ci parlano di una catastrofe.
Il cordoglio di tutti i partecipanti al Comitato vanno a tutti quelli che hanno perduto parenti o amici.

Il nostro impegno nel promuovere un trasporto pubblico efficiente e sicuro non può esimerci da fare, fin da ora, alcune considerazioni, mentre attendiamo gli esiti delle indagini della magistratura per una valutazione definitiva.

La prima è che l'aver convogliato la quasi totalità delle risorse economiche ad un progetto faraonico come l'Alta Velocità "all'italiana" ha provocato l'abbandono di tutti gli altri settori del trasporto ferroviario; in particolare quello delle merci ha visto un calo progressivo e costante che non può che prevedere il sostanziale smantellamento di questo servizio. Questo è frutto di una greve decisione politica che ha autorizzato il vertice FS a questa politica dissennata.
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info: notavfirenze@gmail.com
338 3092948

COMUNICATO STAMPA: Situazione salute immigranti in Italia

Roma, 1 luglio 2009
DECRETO SICUREZZA: DA TRE SETTIMANE, SECONDO RICERCA DELLE ONG, DRASTICO CALO DI MIGRANTI CHE ACCEDONO ALLE CURE OSPEDALIERE

GRUPPO EVERYONE: “CON LA CRIMINALIZZAZIONE DELLA CLANDESTINITA’ SI
RISCHIA EMERGENZA SANITARIA NAZIONALE. GIA’ CASI DI LEBBRA NON CURATA A MILANO E ALLARME TERRIBILI EPIDEMIE”


“A poche ore dal voto finale in Senato al decreto n°733 sulla sicurezza (che si svolgerà domani a partire dalle ore 13), ci giungono notizie drammatiche relativamente al numero di immigrati che nelle ultime settimane non sono ricorsi alle cure mediche in ospedale nonostante le gravi condizioni di salute”. Lo affermano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell’organizzazione per i diritti umani Gruppo EveryOne. Leggi tutto

Per ulteriori informazioni:

Gruppo EveryOne
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A PITTI BIMBO SI MUORE DA INVISIBILI

Una morte atroce quella di un giovane marocchino rimasto gravemente ferito martedì scorso all'interno della Fortezza da Basso di Firenze, dopo essere stato travolto da uno stand in legno durante lo smontaggio della struttura” dice oggi, giovedì 2 Luglio, La Nazione. Il giovane marocchino aveva 22 anni ma non esisteva, anche se il suo preziosissimo lavoro sottopagato, insieme a quello delle migliaia di Ahmed, Bubakar, Ali, rende possibili fantastici guadagni per costruttori immobiliari, organizzatori fieristici e all'industria italiana in genere. Per non parlare delle donne inesistenti che si prendono cura dei nostri nonni non più autosufficienti.

Il giovane marocchino muore il giorno in cui passa al Senato il Pacchetto Sicurezza, che comporta il reato di immigrazione clandestina. L’introduzione del reato, combinata ad altre norme, rivela quanto sia spietato nel complesso questo complesso di norme proprio imponendo in moltissimi casi la segnalazione e quindi la denuncia della presenza irregolare nel territorio. Delazione diffusa e governo attraverso la minaccia. E’ così per esempio per l’istruzione scolastica che, nonostante vi sia una deroga alla richiesta del permesso di soggiorno per iscrivere i figli a scuola, potrebbe comportare l’impossibilità, per uno studente divenuto maggiorenne, di portare a termine gli studi sostenendo gli esami finali e contemporaneamente obbligare il preside a denunciare lo studente privo di permesso.La richiesta del permesso di soggiorno per ogni atto di stato civile rende generalizzata la possibilità di denuncia oltre ad inibire alcuni tra gli atti che hanno più strettamente a che vedere con i diritti della persona e dei minori, come la registrazione delle nascite (per chi è privo di passaporto) o la registrazione dei decessi.

E anche l’emersione dal lavoro nero, proprio in quei settori in cui poggia per la quasi totalità sullo sfruttamento di manodopera "irregolare", sottoponendo al rischio di denuncia i testimoni se privi di permesso di soggiorno.

C'è chi dice che una cosa del genere non si vedeva dai tempi del terzo reich, eppure ognuno di noi (o quasi) continua la sua vita normalmente. Forse perchè non è ancora stato toccato, direttamente o indirettamente, dalla mano assassina del pacchetto normativo, né si immagina che lo sarà. O forse perchè si sente, o si sforza di sentirsi, terribilmente lontano da quegli Ahmed, Bubakar, Ali di cui adesso le nostre leggi sanciscono la condizione di “carne da lavoro”: gente che può morire, da invisibile, mentre smonta un padiglione fieristico di alta moda.

Saverio Ragonesi
Centro delle Culture - Firenze

mercoledì 1 luglio 2009

RESPINGIAMO IL PACCHETTO SICUREZZA!


Mercoledì 1 luglio,
dalle 15:30,
tutte e tutti sotto il Senato

Dopo mesi di discussioni, rinvii e voti di fiducia che hanno ignorato ogni forma di protesta, il governo Berlusconi si appresta ad approvare definitivamente in senato il disegno di legge 733, noto come "pacchetto sicurezza": una legge che nega i diritti fondamentali delle persone, siano esse migranti o native.

Il pacchetto introduce il reato d'ingresso e soggiorno illegale, che colpisce le persone migranti, cancellando il loro diritto a esistere, all'assistenza sanitaria, all'istruzione e alla casa.

Se il ddl sarà approvato, chi è senza permesso di soggiorno non potrà più ricevere cure mediche, riconoscere figlie e figli alla nascita, sposarsi o inviare i soldi a casa. Si introducono le ronde mentre in nome del "decoro urbano" continuano gli sgomberi e la ghettizzazione degli insediamenti rom e le aggressioni di stampo razzista e xenofobo.

Le ordinanze dei sindaci limitano il diritto a incontrarsi nei parchi e nei luoghi pubblici o a manifestare per le strade e nelle università.

Prima ancora di essere approvato, il pacchetto sicurezza ha già ucciso: dalla donna incinta morta dissanguata a Bari per la paura di essere denunciata in ospedale, alle persone morte nei CIE (centri di identificazione ed espulsione) per le violenze, perché non ricevono un'assistenza sanitaria adeguata o per la disperazione di vedersi consegnare un decreto di espulsione, che significa essere rispedite/i in luoghi di conflitto o nelle carceri libiche, spesso dopo aver vissuto e lavorato duramente e senza diritti per molti anni nel nostro paese.

Ma c'è una parte della società che in questi mesi ha espresso nei modi più disparati il proprio dissenso: medici e insegnanti, migranti, rifugiati/e e richiedenti asilo, scuole d'italiano, donne, femministe e lesbiche, gay e trans, studenti e occupanti di casa, singoli/e e associazioni vogliono respingere al mittente il pacchetto sicurezza e le politiche razziste di questo governo.

A Roma, come in molte altre città italiane, si sono moltiplicate le iniziative che hanno denunciato con forza le condizioni di vita nei CIE e la brutalità delle politiche dei respingimenti, protestando contro una legge che, dietro una falsa esigenza di sicurezza, nasconde la chiara volontà politica di gestire in maniera repressiva la crisi che stiamo vivendo.

Crediamo che sia necessario sentirsi tutte e tutti coinvolti in quanto sta accadendo, creare spazi di dibattito sempre più ampi e moltiplicare le iniziative di protesta in ogni città, a partire dalle giornate di discussione e approvazione del pacchetto sicurezza.

Vogliamo prendere la parola, per lottare insieme, italiane/i e migranti, a partire dai nostri territori,
perché desideriamo una società aperta all'incontro tra tutte le differenze,
perché l'unica sicurezza che vogliamo è libertà e diritti per tutte e tutti.
Respingiamo il pacchetto sicurezza!

Mercoledì 1° luglio, dalle ore 15:30 in poi, tutte e tutti sotto il Senato durante la discussione finale del ddl 733

RETE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA

Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....