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giovedì 15 gennaio 2009

Articolo sui soldati israeliani a Gaza - giornale argentino

SI MOLTIPLICANO IN ISRAELE LE VOCI CRITICHE CONTRO LA GUERRA

di Shlomo Slutzky



Un gruppo di soldati israeliani entra a Gaza. Altri si rifiutato di partecipare alla offensiva.


Il governo israelita ha molte ragioni per decidere di non passare ad una terza tappa nell'offensiva militare in Gaza e preferire un “cessaTe il fuoco” verso il movimento islamico Hamas, con le garanzie dell'Egitto e Internazionali. Oltre all'inopportunità del conflitto quando manca tanto poco all'assunzione di Barak Obama in EE.UU. , o della depressione che si potrebbe avere nell'esercito, infatti una delle maggiori motivazioni per cercare di uscire da Gaza è la rottura del consenso interno ad Israele per quanto riguarda la legittimità della guerra.

L'ampio sostegno che ha avuto l'offensiva in un primo momento viene meno man mano che risulta chiara la sproporzione delle morti dei civili palestinesi rispetto quelle dei combattenti: circa il 60% dei civili rispetto al 40% dei miliziani di Hamas .

Così i reporter televisivi che all' inizio patriotticamente hanno sostenuto l'operazione militare, accettando come vere e accurate le relazioni del portavoce militare, protestano ormai sempre più di fronte alle fotocamere dello stesso portavoce che vuole mascherare la guerra da vicino.

Lunedi, il popolare giornalista Raviv Drucker si è auto criticato per il fatto che ha accettato come vero nei primi giorni della guerra la versione del bombardamento di un camion che trasportavano missili Kassam, quando il giorno dopo, l'esercito ha ammesso che il camion trasportava gas per cucinare.

In retromarcia, hanno sollecitato i giornali non c'è più solo l' ultra sinistra o la parte della popolazione araba di Israele, ma vi sono figure centrali della sinistra patriota, ex militari e diplomatici. Zvía Valdés, figlia del presidente Shimon Peres ha convocato i laureati vincitori dei Premi di Israele, i generali in pensione e prestigiosi medici per salvare i bambini del bombardamento di Gaza e aprire i valichi di frontiera perché i feriti siano curati negli ospedali di Israele.

Un altro fatto sorprendente è che tra i soldati che si sono prenotati, per attuare l'eventuale terza fase del programma di offensiva rastrellando casa per casa a Gaza, si rifiutano di partecipare. Uno è stato processato e condannato a 14 giorni di prigione per oltraggio.

"Se era necessario usare la violenza, doveva essere ridotta al minimo", ha detto uno dei prenotati che si rifiutano di andare a Gaza che le autorità militari hanno preferito liberare dal servizio senza giudicarlo. "Che cosa stiamo facendo a Gaza è un crimine ingiustificabile di innocenti. Questo massacro non porta i risultati che ci aspettiamo. Seminare odio ci tornerà indietro come un boomerang", ha detto.

I piloti da caccia che combattono come riserva domenica hanno protestato di fronte la base della forza aerea a Tel Aviv. Uno di loro, Ionatan Clarín Shapira ha detto che "i bombardamenti a Gaza non sono solo un crimine di guerra contro i palestinesi, ma un reato contro la sicurezza di Israele. Aumentano solamente l'odio verso gli israeliani e la motivazione del terrorismo".

Nessun governo in Israele può vincere una guerra senza il sostegno interno. Se Hamas emergerà vittoriosa, è perché conosce le debolezze dei suoi avversari israeliani.



Nessun commento:

Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....