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mercoledì 25 giugno 2008

Dividi et impera - Oggi ancora valido



Direttiva Europea sui rimpatri forzati e Pacchetto sicurezza”


La vecchia e ricca Europa ha saccheggiato senza scrupoli le risorse naturali e la ricchezza umana di altri popoli. Abbiamo schiavizzato popoli interi, considerandoli funzionali al nostro uso, vedendoli come oggetti, trattandoli come semplici macchine da lavoro, spogliandoli della loro umanità, della loro cultura e sicuramente della loro intenzionalità e libertà.

Noi Europei non abbiamo mai chiesto il permesso a nessuno per emigrare e cercare fortuna in altri continenti. La nostra buona gente si è mescolata alle le popolazioni originarie, ricevendo benefici e contribuendo ad avanzamenti sia nei luoghi di origine che nelle terre di emigrazione. Gran parte della ricchezza proveniente da questi paesi ha costituito la base del nostro successivo sviluppo e benessere.

La Direttiva Europea sui rimpatri forzati e il “Pacchetto sicurezza” disegnato in Italia sembrano essere il frutto di un pericoloso attacco di amnesia o di una conveniente lobotomia nelle menti degli attuali governanti europei e italiani.

Non dubitiamo che queste misure avranno conseguenze negative per tutti: per chi le esercita, non solo per chi le subisce.

Noi umanisti europei preferiamo una e mille volte che tra di noi rimangano i “senza documenti” e i “non identificati”, e che invece se ne vadano i “senza vergogna”. Questi ultimi sì che sono illegali, per il solo fatto di sostenere un sistema che antepone anti-valori alla vita e all'essere umano, chiudendo così il futuro a milioni di persone.

La sicurezza andrebbe secondo noi intesa come un sistema di garanzie per difendere i diritti umani: il diritto alla salute, all’educazione, al lavoro, alla casa, alla libertà di espressione.

In altre parole il diritto alla vita.

La sicurezza, quella a cui aspiriamo, è uno dei principali obiettivi della politica sovrana che risponde agli interessi di ogni persona e di tutta la società in generale. Questa sicurezza comprende la pace e lo sviluppo stabile e progressivo della personalità e della società.

I regimi autoritari confondono l'orientamento della sicurezza, attribuendole al contrario lo scopo di conservare lo status quo mediante qualsiasi mezzo.

Tutto ciò si esprime chiaramente nel “pacchetto sicurezza”, varato da poco dal Governo italiano. Un insieme di provvedimenti attraverso cui si cerca di giustificare violazioni ai diritti umani, tacendo invece gli interessi in gioco dei gruppi economici e politici dominanti ed esaltando pregiudizi, xenofobia e militarismo.

Questo “pacchetto sicurezza”, che sta minando alla base i diritti civili della nostra società, assomiglia troppo alle leggi razziali varate negli anni venti del secolo scorso dal regime fascista.

Esso prevede la possibilità di schedare senza alcun motivo cittadini italiani (abbiamo visto nei giorni scorsi la schedatura di Rom italiani (cittadini italiani a tutti gli effetti che per di più non hanno commesso alcun reato)

Insinua la possibilità di creare un diritto speciale per alcune categorie di persone (nella fattispecie gli immigrati), cosa questa assolutamente incompatibile col nostro sistema giuridico, che prevede l’uguaglianza delle persone di fronte alla legge.

Inoltre apre la porta alla violenza bruta di gruppi estremisti che hanno preso la palla al balzo, perpetrando violenze inaudite a danni di gente indifesa. Violenza che, una volta innescata, sarà molto difficile da fermare.

Non si capiscono inoltre l’urgenza e la straordinarietà nel varare questo decreto, quando per contro vediamo di giorno in giorno aumentare il prezzo dei beni di prima necessità, quando la precarietà dell'impiego e l’insicurezza sul lavoro si fanno sempre più manifesti, mentre si vanno progressivamente smantellando i diritti acquisiti relativi alla salute, al lavoro, alla pensione, alla casa.







A questa situazione allarmante si aggiunge la direttiva sui rimpatri forzati che il Parlamento Europeo ha approvato 18 giugno 2008, e che consente di:




Estendere il periodo di detenzione amministrativa per i migranti irregolari fino a 18 mesi
, una prescrizione che in alcuni paesi come l’Italia appare in stridente contrasto con il dettato costituzionale ( art. 13), che stabilisce limiti precisi.


Creare regole processuali diverse per i migranti irregolari
, in violazione dell’art. 24 della Costituzione italiana che sancisce il diritto di difesa, e dell’art. 6 della Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo che afferma per tutti gli esseri umani, compresi i migranti irregolari, il diritto ad un processo equo, la presunzione di innocenza e il diritto ad un ricorso effettivo.


L’espulsione ed il trattenimento dei minori non accompagnati
, così come delle famiglie con minori in violazione delle convenzioni internazionali che proteggono i diritti dei minori.


Applicare un divieto di reingresso di cinque anni
, per quanti abbiano subito un provvedimento di espulsione, creando così le condizione per un riprodursi incontrollabile della clandestinità.


Aprire per la prima volta la possibilità di deportare migranti irregolari nei paesi di transito.





La strategia dei gruppi di potere economico è chiara, e riguarda tutta l’Europa. Si sta sviando l’attenzione delle persone verso falsi colpevoli, alimentando la xenofobia e il razzismo indicando in ogni straniero un potenziale criminale.

Prima hanno creato il consenso tra le persone con una massiccia campagna mediatica allo scopo di alimentare un clima di insicurezza, odio e razzismo diffusi, e ora stanno introducendo decreti e proposte di legge chiaramente anticostituzionali.

E’ evidente che in questo vortice del “tutti contro tutti” non saranno solo gli immigrati a farne le spese, ma tutta la società civile.

Il paradosso è che questi, che inneggiano alla legalità, sono gli stessi che vogliono mano d’opera a bassissimo costo, ricattabile da ogni punto di vista e senza nessuna tutela.

Vogliono ancora schiavi!

Davanti a tutto questo è urgente che le istituzioni e le realtà associative prendano una posizione, denunciando e smascherando questi pericolosi giochi dei Governi europei.



Cosa è urgente e importante fare

Occorre ed è urgente in questo momento creare reti fra realtà che si muovono verso l’integrazione ed il dialogo fra culture, unendo le forze e superando particolarismi, in azioni permanenti che puntino a ricostruire un tessuto sociale ogni giorno più disintegrato.

Dare vita a reti di informazione alternativa che raccontino alla popolazione i fatti che avvengono sul territorio, con la collaborazione di tutti i componenti del mondo dell'informazione che non vogliono e non possono sentirsi complici, con le testimonianze di chi osserva o vive gli avvenimenti stessi, aiutati e protetti da tutte le realtà associative che hanno come obiettivo il porre fine a queste violenze ed abusi che oggi colpiscono gli immigrati ma che domani potranno colpire chiunque.

Organizzare incontri, forum, dibattiti tra tutti i cittadini d'Europa, durante i quali far conoscere ed aggiornare in forma semplice le leggi proposte e la loro applicazione nelle varie situazioni, con la collaborazione di reti di Avvocati sensibili al tema.


Tutto questo applicando la Nonviolenza attiva come metodologia d’azione, mediante iniziative potenti e partecipate che diano una concreta risposta sociale agli abusi e alle atrocità che vengono posti in atto. Perché consideriamo ogni tipo di violenza ripudiabile, e siamo certi che non si potrà porre fine alla violenza e all'oppressione mediante l'uso della violenza stessa.

Sentiamo la necessità di agire nel campo dell’istruzione ed in questo realizzare corsi, incontri, seminari al fine di stimolare e sviluppare la riflessione su uno stile di vita nuovo, capace di dare una risposta evolutiva alle situazioni quotidiane interpersonali, e che potrà far uscire l'essere umano da una situazione paradossalmente preistorica e violenta.

Ci sembra necessario approfondire lo studio e la conoscenza della diversità di costumi, di miti e quant'altro possa creare apertura e la curiosità verso “l'altro”, riconoscendo ciò che ci unisce profondamente.

Centro delle Culture Italia – centrodelleculture.org

Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....