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giovedì 26 marzo 2009

Perché il Centro delle Culture aderisce alla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza

Il Centro delle Culture aderisce alla Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza

Promuovere il dialogo tra culture significa incoraggiare l'incontro tra le diversità, pretendere l'uniformità, al contrario, è una forma di violenza.
Il pregiudizio è il vero nemico, e non esiste arma in grado di distruggerlo. Il pregiudizio può scomparire solo attraverso apertura, conoscenza e contatto diretto che svelano, dietro la molteplicità delle forme, lo stesso bisogno di pace in tutti i popoli.

Lottare per la libera circolazione delle persone è promuovere la nonviolenza. Una marcia che attraversa 120 Paesi del mondo è il simbolo della libera circolazione degli individui e della creazione di ponti fra le genti, le culture, le sensibilità. Chiudere le frontiere, oltre a rappresentare un'illusione di sicurezza, mostra la paura di chi teme di perdere i propri privilegi e genera divisione anche fra coloro che niente hanno da perdere.

Il colonialismo esplicito, e quello truccato da aiuto umanitario, da sempre genera povertà, discriminazione, conflitti con cui dominare e gestire le risorse del pianeta; la violenza economica e politica costringe le persone a migrare. Una cooperazione che non stimoli e faciliti l'autodeterminazione dei popoli nasconde solo un nuovo tentativo di dominio.

Noi, donne e uomini del ventunesimo secolo, portatori di una nuova sensibilità che ha le proprie radici nella metodologia nonviolenta, dobbiamo serrare le fila, riconoscerci e ritrovarci. Dobbiamo unire i nostri cuori e far sentire al mondo che siamo fatti di un’altra pasta, siamo fatti di pace e di nonviolenza.
Non si tratta di una lotta, né di un conflitto tra ideologie diverse. Si tratta di un sentimento più profondo, che nasce da un sentire comune e dal sogno che un altro mondo è possibile. Si tratta di riconoscersi e di unirsi.

La minaccia atomica e l'urgenza della risoluzione di tutti i conflitti nel mondo sono evidenti, così come è evidente la necessità di promuovere una nuova coscienza planetaria nonviolenta. Se saremo tanti e uniti - associazioni, organizzazioni, gruppi, singoli individui - riusciremo a far sentire più forte la voce della pace e della nonviolenza, una voce potente di fronte alla quale tutti coloro che stanno ingannando l’umanità impallidiranno.

Aderire alla Marcia mondiale significa impegnarsi a denunciare con ancora più forza tutte le situazioni di discriminazione locali e dare grande visibilità ad ogni azione nonviolenta. Aderire alla Marcia è anche opporsi con forza a leggi nazionali e europee che rasentano il crimine e offendono i diritti umani. Aderire è infine porre un segno positivo a tutti i nostri atti di denuncia e di protesta, quello dell’aspirazione ad un futuro di pace e nonviolenza.

Aderisco :

Perché voglio sperimentare la diversità come ricchezza e voglio aiutare gli altri a viverla così.
Perché ho bisogno di sperimentare, che anche se siamo tanti e molto diversi ci si può mettere d'accorso, se si vuole.
Perché per fare il salto evolutivo del ripudio della violenza abbiamo bisogno di tutte le caratteristiche positive che ci compongono come umanità su questo pianeta.
Perché tutti possano muoversi con libertà.
Perché la vita sia sacra e non abbia un prezzo.
Perché gli errori del passato non continuino a martorizzarci e impedire l'apertura del futuro.
Altro.................................scrivi anche tu perché

Nessun commento:

Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....