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sabato 14 marzo 2009

Medici spie, neonati invisibili, poveri esclusi dai servizi sociali perché privati della residenza

Il pacchetto sicurezza è una dichiarazione di guerra.

Ma medici e mondo del volontariato rifiutano la chiamata alle armi. «Se non verrà eliminato dalla Camera, l'obbligo di denunciare i sans paiers, paradossalmente, i medici ospedalieri e del territorio, che rispetteranno il giuramento a Ippocrate e la Costituzione, diventeranno anch'essi clandestini dovendo agire in segretezza in modo difforme dal codice penale», ha spiegato Massimo Cozza, segretario nazionale dei medici Cgil, durante una conferenza stampa unitaria di ieri.

Anche solo la possibilità di segnalare un "clandestino" era parsa inaccettabile a coloro che il ministro Brunetta non ha esitato a etichettare «fannulloni e macellai». Etichette bocciate, come pure quella di spie: le sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl) sono pronte a usare ogni strumento legale, fino alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale nel caso in cui la Camera non ritocchi l'obbrobrio stabilito a Palazzo Madama: quell'emendamento della Lega nord con cui è stato abrogato il divieto di denuncia di immigrati clandestini all'autorità
giudiziaria.

«Senza scomodare l'etica e i diritti costituzionali - prosegue Cozza - basterebbe pensare ai danni alla salute collettiva per la mancata prevenzione e cura delle malattie infettive trasmissibili in conseguenza alla fuga dei sans papiers dagli ospedali».

I rischi sono diversi: operare senza tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice
deontologico o la legge, la nascita di una sanità parallela (ambulatori clandestini) e il pericolo di un accesso in ritardo in ambulatorio cosa che preoccupa per la salute pubblica e che comporterebbe il ritorno di malattie scomparse (come focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel 2005), un aumento dei costi per curare malattie che normalmente costerebbero meno (il Ssn spende lo 0,5% per immigrati), e nondimeno un'ulteriore ricaduta sull'organizzazione del lavoro (perdita di almeno un'ora e mezza per una denuncia).

Salvare vite è una missione compresa perfino dal lato più destro dello schieramento, l'Ugl medici: «I medici non si possono sostituire ai poliziotti».

Il reato di clandestinità da una parte e l'abrogazione del divieto di denuncia «è una tenaglia che ci mette davanti a una profonda crisi di identità» e produce «effetti negativi di molto superiori alla lotta alla clandestinità», dice anche il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Amedeo Bianco, che boccia l'equazione «ti curo poi ti consegno».

Inoltre, se passasse il ddl sulla sicurezza i nascituri stranieri di genitori privi di permesso di soggiorno non potranno essere registrati all'anagrafe. L'Associazione culturale pediatri e l'
Associazione studi giuridici (Asgi) accusano una norma passata quasi inosservata in palese violazione della Costituzione e della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

«Le conseguenze sarebbero gravissime: i bambini non registrati alla nascita resterebbero senza identità, completamente invisibili; vi è inoltre il forte rischio che i bambini nati in ospedale non vengano consegnati ai genitori privi di permesso di soggiorno e siano dichiarati in stato d'abbandono; per evitare questo, è probabile che molte donne in condizione irregolare decidano di non partorire in ospedale, con serissimi rischi per la salute della madre e del bambino».

E i neonati resteranno privi di qualsiasi documento e sconosciuti alle istituzioni: bambini invisibili.

Ma il pacchetto sicurezza contiene altri veleni: almeno due milioni di italiani verranno privati della residenza da parte dei loro comuni, perdendo così il diritto di accedere ai servizi. L'allarme è lanciato dalle associazioni di volontariato che si occupano di povertà.

Un articolo stabilisce la necessità di avere il certificato di idoneità sanitaria per la propria abitazione per poter ottenere dai comuni la residenza.

Una norma pensata per contrastare le favelas.

Ma, senza residenza, non c'e diritto di accesso ai servizi, e questo riguarderà molti italiani come giovani precari o anziani che vivono o vanno a vivere in alloggi privi dei requisiti.

Così, i senzadimora, anzichè essere avviati a un percorso di recupero e reinserimento, verranno gettati in una situazione ancor più estrema. Come nei "bassi" a Napoli, nei Sassi di Matera.

Un'altra assurdità prevede l'istituzione del registro dei senza fissa dimora, l'elenco dei cittadini di serie B.

Checchino Antonini, Liberazione 12/3/09

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Prima di tutto vennero a prendere gli immigrati e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere i senzatetto ed io non dissi niente perchè avevo una casa.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Il bombardamento dell'informazione, il frastuono dei vari tipi d'inquinamento, la confusione, l'isolamento, ci spingono sempre più verso una "anestesia difensiva" che ci impedisce di comunicare con noi stessi e con gli altri, ci fa sopportare situazioni orribili e ci impedisce di trovare risposte che aprano il futuro nostro e di chi ci circonda. Il prossimo sono io! nasce con la foto petizione, ma altre attività si agiteranno a futuro, tutte volte a stimolare la necessità di identificazione nella situazione che si vive l'altro. L'obiettivo dell'identificazione è comprendere e poter prendere una posizione coerente di fronte alle situazioni personali e sociali che oggi ci troviamo a dover affrontare, come individui e come popoli.


Il Prossimo sono io dà stimolo a tutte le Nuove Azioni che aprono il futuro dell'umanità intera:
è possibile stare bene tutti!
è possibile trovarsi d'accordo anche se siamo in tanti e molto diversi!
la diversità è ricchezza! ecc....